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26 Giugno 2012
 

Vivere

di Valeria Genova

Ogni volta che scrivo o parlo di lui mi sembra di liberarmi da quell'enorme passione che mi lega a lui.
Lui canta, urla, dice e io pendo dalle sue labbra. Con consapevolezza.

Lo ascolto con orecchie critiche, pronta a riflettere.
Poche persone riescono a farmelo fare.

Ascoltare qualcuno e poi ritrovarsi a casa a riflettere su quello che ti ha detto è cosa assai rara.

Io peso ogni singola parola e qualunque ehhhhh escano dalla sua bocca.

E' il potere della comunicazione, di quella verbale che penetra le tue membra e le costringe come un laccio emostatico e ti rende paonazzo dal dolore.
Il dolore non è solo sofferenza, il dolore è crisi, transizione, ciò che ti permette di superare una fase rendendoti consapevole di quello che ti sta accadendo.

Vasco è il mio laccio emostatico, alla gola, al polso, al torace.
Mi fa soffrire di gioia per la potenza veritiera delle sue parole.

Vasco rappresenta il dolore della mia malattia cronica, quella di VIVERE.
 
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