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8 Novembre 2011
 

Virgilio del mio inferno

di Salvatore-ilNero-Martorana

Correvano gioiosi e belli
all'apertura di quei cancelli
con l'istinto furioso dell'animale
senza chiedersi se è bene o male.

Col miraggio di una transenna
una fiumana, pareva la Senna
dentro lo stadio straripava
e sotto il palco si arginava.

Inesorabile flusso continuò
come solo un cuore vivo può
pompare sangue in ogni vena
nell'attesa che entri lui in scena.

In corpo sangue e adrenalina
droga rossa, non cocaina
circolava tra prato e tribune
del fu deserto, ora calde dune.

Ma il senno persi solo quando
scese la nota e i sensi allo sbando
mi fecero ritrovare nella selva nera
di un incubo che sentivo vita vera.

Tre bestie vennero verso di me
"paura, abitudine, poca stima di sè"
mi ostacolavano il lento passo
fino a quando sentii gridare "casso!"

"Prendi la strada, non aver paura
se è in salita, porta alla luna!
Non deviare il tuo percorso mai
nè svendere i sogni che in core hai".

Lucky, stivali, occhiali e cappellino
intesi stupito chi mi stava vicino
non era Virgilio, neanche io Dante
ma era Vasco a me poco distante.

"Attraverso quella non c'è inferno
a volte si suda, a volte è inverno
non ci son pene, nè strazianti grida
quella che ti racconto si chiama vita.

Io non insegno, non son maestro
non bado a me, io son maldestro
assaporo i piaceri e le sensazioni
e faccio patti con le mie emozioni.

Vedo nel rimpianto il solo peccato
di chi fa virtù il non aver osato
inoltrarsi oltre la tetra foresta
e sopra i limiti danzare a festa.

Se non divina, falla spericolata
questa commedia, a tratti, insensata
come funambolo sulla follia
non guardar sotto, ma vola via.

Poeta della tua esistenza
non perdere mai quell'essenza
vuolsi così dove tutto si può
cioè dentro di te e nel tuo cuor!"

Mi destai tra musica e colori
sudore, "e tutto il mondo fuori!"
lo stesso uomo che prima parlava
ora piangeva e non salutava.

Le note si persero nel buio cielo
mentre l'albachiara sotto il telo
desiderava di essere liberata
e con sè la vita, troppo sprecata.

Siamo soli, ma in questo viaggio
senza complice, è un miraggio
quella che chiamano felicità,
fosse solo un attimo o l'eternità.

Salvatore-ilNero-Martorana
 
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