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19 Dicembre 2015
 

Vasco Rossi entra nell’Enciclopedia Treccani

 
VASCO ROSSI ENTRA NELL'ENCICLOPEDIA TRECCANI
Il rocker modenese conquista un voce nella nuova edizione dell'enciclopedia, come riconoscimento del suo impatto sulla società (tgcom24)





Che Vasco Rossi fosse diventato da tempo un'icona era noto, ma adesso anche l'Enciclopedia Treccani lo ha riconosciuto ufficialmente. Il rocker modenese ha infatti conquistato una voce tutta sua nella nuova edizione dell'enciclopedia e ha annunciato la bella notizia ai fan di Facebook, pubblicando la colonnina che gli ha dedicato Stefano Oliva.

"Tra i più rappresentativi artisti della musica italiana, ha saputo creare un originale modello di rock influenzato anche dalla canzone d'autore, entrando nell'immaginario collettivo del nostro Paese" questa la definizione che la prestigiosa enciclopedia dà del Vasco nazionale.




Già lo scorso ottobre il rocker aveva collaborato con Treccani per la campagna "Le parole valgono", in cui i personaggi famosi dovevano indicare la loro parola del cuore. Il Comandante aveva adottato spericolata, spiegando così la scelta: "C'è una parola che mi ha cambiato la vita, ed è spericolata. Curiosamente sul dizionario ha diversi sinonimi: da temerario a incosciente, audace, scavezzacollo, folle, eroe, prode, spavaldo, imprudente... In un solo aggettivo, esattamente tutto quello che volevo esprimere nella canzone! Spericolata, come avrei voluto (e così è stata) la mia vita".



VASCO ENTRA NELL’ENCICLOPEDIA TRECCANI: L’INCREDIBILE PARABOLA DEL ROCKER DI ZOCCA

Inserita una voce dedicata a Vasco Rossi nell’enciclopedia Treccani: per l’occasione ripercorriamo alcune tappe della sua carriera (unita.tv)





Una voce tutta per lui nell’Enciclopedia Treccani. Vasco Rossi viene inserito ufficialmente nel ricco ed eterogeneo patrimonio culturale italiano, fatto di opere ed artisti che hanno caratterizzato il bel paese: popolo di santi, poeti, navigatori e… cantanti. Qualcuno forse potrebbe storcere il naso ma è innegabile l’impatto e l’importanza del rocker di Zocca su una larga fetta di popolazione, “Tra i più rappresentativi artisti della musica italiana, ha saputo creare un originale modello di rock influenzato anche dalla canzone d’autore, entrando nell’immaginario collettivo del nostro Paese”: questo l’incipit della voce dedicata a Vasco da Stefano Oliva. La storia del cantante è l’epopea di un outsider, che piano piano riesce ad arrivare sul tetto del mondo discografico e a guardarlo dall’alto di milioni di dischi venduti, forte di legioni di fan che lo venerano come un santino di Padre Pio e artefice di una vita sregolata in cui si può permettere di tutto; entrato in quella dimensione mistica in cui ogni azione diventa un esempio, Vasco Rossi è quasi un essere mitologico, una figura ormai fuori dallo spazio e dal tempo, abitante di un iperuranio dal quale commenta il quotidiano tramite facebook e twitter.

Vasco Rossi nasce nel 1952 a Zocca, in provincia di Modena, e la sua spiccata propensione per la musica sboccia in tenera età. Da bambino infatti vince il concorso canoro “L’Usignolo D’Oro”. Solo ventiduenne fonda “Radio Punto Zocca” e qualche anno dopo scrive il suo primo disco, Ma cosa vuoi che sia una Canzone; un lavoro sotterraneo, distribuito a livello locale e che non ottiene un grosso riscontro. L’appuntamento con le canzoni che segneranno la storia è rimandato di un anno; nel 1979 Vasco dà alle stampe Non siamo mica gli Americani, che contiene la celeberrima Albachiara: brano con il quale Il rocker è solito chiudere i suoi concerti dell’epoca, e che diventa talmente famoso da indurre i discografici a ristampare l’intero album con una diversa copertina e proprio con il titolo di Albachiara.




Vasco riesce a dare voce alla provincia italiana nel periodo opaco dell’ingresso negli anni ottanta; le sue liriche, il suo approccio vitalistico e sopra le righe ma anche scazzato e dissacrante, senza mai alcun intellettualismo, costantemente vicino alla sensibilità dell’uomo comune, lo rendono in breve la voce di intere generazioni.Tra il 1980 e il 1983 si va piano piano delineando l’immagine del Vasco antesignano di un modello di rocker inedito per l’Italia; quello che vive sulla propria pelle, accettandola consapevolmente, la propria condizione di star eccessiva e maledetta: anche se sempre in continuo dialogo, tramite le proprie liriche, con la pancia e il cuore della gente.Negli stessi anni escono quattro tra i suoi più bei dischi, Colpa di Alfredo(1980) , Siamo solo Noi (1981), Vado al Massimo (1982) e Bollicine (1983); lavori pieni di brani che rimarranno scolpiti nell’immaginario nazionale, come Vado al Massimo, con la quale Vasco si piazza a un soffio dal podio a Sanremo del 1983 (memorabile l’esibizione alla fine della quale prova a portarsi via il microfono dopo esserselo messo in tasca), o questa Vita Spericolata: vero e proprio manifesto esistenziale del rocker di Zocca, anche questa portata a Sanremo, l’anno successivo.
 



Nel 1984 Vasco viene arrestato per detenzione di stupefacenti e, come sottolineato anche dalla voce dell’enciclopedia Treccani, questo episodio segna una specie di cesura all’interno della sua carriera; con i tre album che fanno seguito al suo ritorno sulle scene, Cosa succede in città (1985), C’è chi dice no (1987) e Liberi Liberi (1989), il sound di Vasco approda ad un pop rock che spesso predilige la ballata riflessiva. Un po’ dell’energia inziale si è andata mitigando ma il pubblico continua a crescere: il rocker di Zocca è ormai un’icona, i suoi brani sono degli inni 




Nel 2011 Vasco si allontana dalle scene per problemi di salute, ma oggi lo possiamo tranquillamente trovare sulla sua bacheca di facebook, vederlo nei filmati che periodicamente posta sulla sua pagina; l’ultimo dei quali, pochi giorni fa, girato mentre raggiunge la cima della veduta di Dante: belvedere posto a 1700 metri dalla Valle della Morte, in California. Forse è il suo modo di comunicarci che Vasco, a modo suo, è ancora sul tetto del mondo…








 
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