Vasco - Questione di feeling... e di file!

C’è chi si mette in fila per il nuovo iPad e chi, scoccata la mezzanotte, per un nuovo cd di Vasco: noi siamo tra questi ultimi. Perché un nuovo cd di Vasco, nella recente lista di Saviano sulle cose per le quali valga la pena vivere, per noi sarebbe al primo posto. Ma anche ascoltare lo stesso cd in macchina, andando al mare oppure bloccati sulla tangenziale, che tanto è lo stesso, occuperebbe una bella posizione, nella nostra classifica... Certo, poi nella top ten dovremmo aggiungerci: “assistere a un concerto di Vasco”... Insomma, niente lista: avrete capito che rischieremmo di diventare monotematici.

Perché sì, lo ammettiamo: quando scriviamo di Vasco il nostro non è un articolo, è un atto d’amore. Perché nessuno c’ha regalato tante emozioni e sincerità per così tanti anni. Perché nessun altro è stato in grado di prendere la nostra vita, trasformarla in una canzone, portarla su un palco e farla cantare, e condividere, da migliaia di persone... Perché nessun altro è stato capace di continuare la fuga dall’omologazione, nonostante la popolarità, i soldi, l’enorme successo. Vasco è questo: un artista in fuga, perennemente in “clandestinità”, come ha ricordato lui stesso in conferenza stampa di presentazione del cd: "L'artista deve fuggire dai posti di blocco del conservatorismo, dall'omologazione, dai poteri che non lo vogliono far parlare, lo controllano, lo limitano".

Il cd, il nuovo, che gli consente di continuare a “fuggire” si chiama “Vivere o Niente” e la title- track è una strepitosa ballad rock che ci solleva da tanta imperante ipocrisia e ci scaraventa dentro un oceano di scomode sincerità, (“io non ho più voglia di fare finta che che vada tutto bene solo perché è...”) che trovano il loro epilogo in un urlo sofferto, brutale, liberatorio: “IO STO MALE!” Un pugno nello stomaco, che ti lascia senza fiato.

Sincerità, dunque, e provocazione. Come quella cantata nella filosofica “Manifesto Futurista della Nuova Umanità” (“Signore perdonami se non ho più la fede in Te... Ti faccio presente che è stato difficile Abituarsi a una vita sola senza di Te..”) che lo stesso Vasco spiega così: “Nelle mie intenzioni è una provocazione ironica. In sintesi è l’uomo nuovo, quello di oggi, senza più “fede” in un creatore: un uomo nuovo che riconosce la vita come una combinazione di fattori casuali, reazioni chimiche della natura che da sola, per caso e per necessità... arriva impetuosa / ed è un miracolo che ogni giorno si rinnova. La vita è dunque un caso per lui, non un dono. Ne accetta il peso e la responsabilità e senza più bisogno di potenze superiori la rispetta fino a quando essa rispetta lui. Un uomo nuovo è consapevole del miracolo della propria esistenza e stabilisce quindi un patto con se stesso”. Un patto con se stesso e con le sue emozioni. “Ho fatto un patto, sai, con le mie emozioni... le lascio vivere e loro non mi fanno fuori”.

Emozioni che durano, per chi scrive, da 16 album, più di 160 canzoni, migliaia di chilometri e non sappiamo più quanti concerti... A proposito: esordio del tour di Vasco avverrà l’11 giugno all’Heineken Jammin Festival (Parco San Giuliano, Mestre) e si svilupperà negli Stadi di Milano (16, 17, 21 e 22 giugno), Messina (26 giugno) e Roma (1 e 2 luglio).

Per quanto riguarda invece le altre canzoni del cd, ricchissimo come non mai, fate una cosa: prendete il disco, montate in macchina, alzate il volume, fuggite via e cominciate a sognare. Perché è vero (citando il filosofo Henri Laborit e il suo “Elogio della Fuga”): "In tempi come questi la fuga è l’unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare"... Ma se mentre "fuggiamo" abbiamo come compagno di viaggio Vasco... è meglio!



Angelo Gregoris