14 Giugno 2012
Vasco in 3 Dimensioni: parole, opere e…canzoni!
di Alessia Cruziani
Hai mai visto Vasco?
Beh sì, ai suoi concerti come non vederlo? Lui è lì, sopra tutto e tutti. Lui è lo show e noi il suo coro.
Hai mai visto Vasco da vicino?
Qualcuno ha avuto anche questa possibilità.
Hai mai avuto il desiderio di essere lui?
Forse sì, sicuramente sì.
E così, guardando le foto , i suoi scritti, i suoi concerti, mi son chiesta: come potrebbe essere impersonare Vasco Rossi?
A questa domanda ho trovato la mia personale risposta andando a visitare l’esposizione di foto 3D che da qualche giorno è iniziata a Bologna.
Essere Vasco non è facile e a mio avviso se di emulatori ce ne sono più o meno tanti, e sono più o meno bravi, solo lui riesce ad essere così. Eternamenteunico e sopra ogni regola imposta; come a ricordarci “Vivi, ama e fai quel che vuoi”…
Si entra alla mostra e lo trovi avanti a te, in ologrammi ad altezza naturale. Lui che ti da il benvenuto nel suo mondo tridimensionale, lui e la sua felpa arancione, lui e la sua camicia bianca. I suoi occhi che ti scrutano e ti penetrano. ” Io sono qui. E ci resto anche”.
Un passo e ti senti subito dentro il Mondo di concerti, di fan, musica, adrenalina. Ci entri dentro e ne sei avvolto, come in una calda coperta.
Ed inizia il viaggio.
Un mega schermo e tu con i tuoi occhialini che cerchi di abituarti a ciò che vedi: lui con la sua band che esce fuori dall’immagine. E si muove, ti segue, hai anche l’impressione che ti giri intorno...
E ne sei rapita.
La mano che esce fuori dalla fotografia, la chitarra che vorresti afferrare, sino a vedere noi, spettatori dei suoi concerti, dei suoi show…fino a che ti ci senti dentro, con lui, sopra quel palco immenso.
E da lì…Cosa vuol dire essere Vasco Rossi?
Mi son tremate le gambe. Ci vuole coraggio a salire su quel palco; facile criticare le scalette o una scivolata. Quasi banale affermare le ovvietà quando non si è in prima persona lì sopra, rischi anche di rimanere senza fiato! Ma lui c’è e ci rimane.
E noi lì tutti intorno.
E se sei fortunato ti vedi su quello schermo, ti vivi, ti capisci…e capisci in piccolo che temerarietà ci vuole, a volte, ad essere Vasco Rossi. Ad apparire come si è, senza maschere o vestiti di scena ingombranti.
Esci a fatica da quella stanza. Ti muovi e le immagini giganti ti vengono dietro.
Poco dopo iniziano i giri di valzer coi suoi scritti, nei pensieri resi parole, rubati alla mente e gettati su fogli.
Pensieri che a volte son diventati canzoni. Onorare donne, emozioni, attacchi o spiegazioni a chi…ne vuole sempre. E tutto intorno a te si muove. Poster, cartonati, ricordi. Tutto gira e ti entra dentro. E rivivi le emozioni di quei concerti, te li senti addosso. Ed è come se diventassero la tua pelle.
Poi d’un tratto, ti trovi avanti a piccoli video, dove lui appare e scompare, ti parla e ti spiega il mondo in sintesi. Il suo Mondo. Il tutto dietro ad un gran tendone in cui è scritto “Io sono ancora qua”. E tu avanti a quelle parole ci credi davvero. Di esserci e vivere. E di fronte a te il monito “Al diavolo non si vende, si regala”! Che se ci sei…ci devi essere con la testa e le emozioni incluse. Mica per caso. Se sei lì, se sei qui…non è per fatalità.
“Hai mai dei guai per quello che sei?”, ti viene quasi in mente questa domanda. Probabilmente sì ma conviene semprevivere come meglio ti viene e prepararti a pagare i debiti.
L’adesso conta più del passato e del domani. Tu sei qui ora. E dovresti ricordarlo sempre.
E quando ancora cerchi i pezzi che hai perso in questo turbinio di immagini e ricordi, pensieri e domande, consapevolezze e risposte …sei sparato nelle sue copertine. Un salto e ci sei tu. Il soggetto primario del suo Mondo.
Come a dire: prova ad essere per un secondo qui vicino alla mia persona. Vedi cosa vuol dire essere me, se non hai paura, se ti riesce.
Il gioco è semplice: green screen e immagini. E tu entri dentro al monitor, e rischi di perderti anche. E ridi. E ti senti dentro quel micro Universo.
Esci e comprendi.
Siamo tutti parte integrante di un piccolo cosmo, uniti da canzoni e cieli stellati, da ole e mani tese verso l’alto. Di urla e cori. Brividi, brividi, brividi. E sogni.
E alla fine di tutto, dopo averlo vissuto e aver visto quel piccolo scorcio di mondo dal suo punto di vista ti viene da dire…ci vuole davvero un bel coraggio ad essere Vasco Rossi.
Alessia Cruziani
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