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ALBERONI E IL ROCK DROGATO
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Dire che il rock sia naturalmente legato all'uso delle droghe significa generalizzare in modo irresponsabile e superficiale; significa fare di tutta l'erba un fascio. E "Fare dii tutta l'erba un fascio" è una metafora adatta a spiegare il metodo di procedimento fascista del pensiero...!
Il metodo sistematico per il concepimento del pregiudizio! Ma riguardo la dimensione SACRA dei concerti Rock... e riguardo la capacità esistenziale di reperimento di un senso, e riguardo la funzione sociale di creazione di un legame comunitario ormai raro e disperso... che hanno i concerti miei, cioè proprio quelli di Vasco Rossi, ha scritto Umberto Galimberti, cioè un filosofo AUTENTICO, mica un sociologo distratto!
Poi bisogna che Alberoni si prenda ALMENO la briga di leggersi qualcosa prima sull'argomento che critica, se proprio vuole fare il tuttologo (INTANTO!): il rock è nato come genere musicale di origine afroamericano formato da differenti stili popolari sviluppatisi negli Stati Uniti a partire dagli anni Cinquanta.Il rock è un genere musicale caratterizzato da testi che affrontano tematiche sociali (a differenza del pop) in modo profondo e anche provocatorio; e da un sound energico, a volte perfino violento ed ossessivo (che sfocia nell'Hard Rock prima, e poi nel Metal) che è intimamente legato al ritmo primordiale della prima e originaria musica tribale nata su questo pianeta, perchè segue il ritmo delle pulsazioni del cuore e il movimento istintivo dell'atto sessuale...Se tutto questo, cioè se l'energia vitale ed i sesso, ovvero l'istinto più sano e primordiale della vita, l'istinto più importante e più sano dell'esistenza, può essere legato all'uso delle droghe (categoria mentale astratta dal significato effimero, poichè legato e relativo ad una cultura che arbitrariamente segna un confine assurdo e discutibile tra droghe e sostanze diverse, tra cui le medicine, solo in base ad una connotazione LEGALE!), allora significa che la vita, a cominciare dall'aria che si respira fino all'energia vitale, E' DROGA. Francesco Alberoni, da buon sociologo... è rimasto vittima del PEGGIORE luogo comune!
V.R.