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28 Giugno 2013
 

Una splendida nottata

di Angelo Gregoris

Una splendida nottata

di Angelo Gregoris


E' stato splendido. Veramente. Non sempre, ma a volte funziona proprio così: la vita toglie e dà. Questa estate a noi ha ridato Vasco in splendida forma e la gioia di ritrovarci tutti sotto il palco. Siamo stati a Torino, poi siamo andati a Bologna e poi saremmo andati anche in capo al mondo perché l'emozione è un bene prezioso e come fai a non andartela a prendere se sai che è lì, a portata di mano, proprio alla fine di quel prato, dove inizia il palco?

Vivere non è facile, non ci sono dubbi, oggi più che mai… Chi più chi meno, abbiamo vissuto un po' tutti la nostra fine del mondo… Eh già, sembrava la fine del mondo e invece… E invece siamo tornati tutti un'altra volta qua, sul prato, ad aspettare che il miracolo si rinnovasse. Tutti, per una volta, con la voglia di fare passare la nottata. E anche se domani si ricomincia a lottare con i casini della vita, la nottata, almeno una, l'abbiamo passata. Esagerata. Spericolata. Senza freni. Ragazzi, ex ragazzi, padri e madri di famiglia con figli al seguito, e pure qualche nonna! Vasco ha chiamato e il suo popolo ha risposto: presente! Un popolo sempre più variegato. E felice. Di esserci, di resistere, di cantare ancora le canzoni che per molti hanno fatto da colonna sonora di quasi tutta una vita. Questi concerti, per tutto quello che è successo negli ultimi due anni, sono stati diversi. Emotivamente parlando sono stati forse più intensi di altri. Per lui, immaginiamo, ma anche per noi che assediavamo il palco.

Che emozione è stata quando Vasco ha cantato Eh già? Forte, fortissima, da togliere il fiato. Perché per mandare via il freddo, questa volta Vasco se l'è dovuta inventare non da poco, la diavoleria! E quando ti canta che "sembrava la fine del mondo ma sono ancora qua", accennando un mezzo sorriso e passandosi la mano sulla fronte a mo' di scampato pericolo, beh, anche tu ringrazi il tuo dio, ma soprattutto ringrazi chi ti ha spinto quel giorno di tanti anni fa verso una festa di partito, dove c'era uno arrivato da un paese tra le montagne che cantava di noia e di sensazioni forti, di anime fragili e di fegati spappolati… Ne è passato di tempo, ma è stato un gran bel percorso quello fatto insieme. Un percorso pieno di ostacoli e di "guai", di incanti e disillusioni, di rabbia e di speranza…

Siamo passati dalle feste di partito ai megafestival, dai campi di provincia a San Siro con lo stesso spirito di sempre anche se con qualche livido in più. Che spesso ci siamo curati tutti insieme, cantando con Vasco e cercando insieme a lui un senso. E anche se oggi l'anima un po' si arrende alla malinconia per una cosa bella che finisce, alla fine, accada quel che accada, domani arriverà lo stesso. Come pure, ne siamo sicuri, un'altra emozione da vivere insieme a Vasco.
 
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