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26 Novembre 2018
 

Un estratto in anteprima da Sky Arte, mercoledì 28 novembre alle 21.15 "...Ma cosa vuoi che sia una canzone..."



Oggi che tutti sanno chi è e cosa rappresenti l’artista nell'immaginario del nostro Paese, “…Ma cosa vuoi che sia una canzone …” merita più che mai di essere ascoltato con attenzione, e siamo certi che molti lo scopriranno davvero come fosse la prima volta.
Come scrive Marco Mangiarotti nel libro “circolò in poco più di duemila copie e fu ignorato da molti”, e prosegue “Difficile trovare un album d’esordio così.
Vasco non scrive ancora per slogan jannacciani, inni generazionali per un io collettivo, qui c’è ancora un’umanità varia da toccare con mano.
Dopo Silvia e Jenny, la primavera e l'inverno, le ragazze in carne ed ossa saranno le ultime a sparire...Vasco scrive sceneggiature cinematografiche che poi porta a teatro...
disco registrato come dal vivo, anche oggi è così, con lui che porta i pezzi, le idee, suona tutte le chitarre ritmiche, fa le seconde voci in un clima prog d'autore.
Gaetano Curreri aggiusta e armonizza, dirige il traffico di un arrangiamento collettivo...Sguardo sociale sull'amore, le distanze generazionali, i vecchi. E “Ambarabaciccicoccò”, dialogo politico padre figlio di straordinaria attualità. Rivoluzione? No, Riforme.”

 

Pubblicato nel pieno dell'epoca dei cantautori cosiddetti “impegnati”, il disco era fuori da tutto - soprattutto dall'idea dell’iconografia del cantautore di allora - e Vasco era già dentro il rock: cosi arrivò un album fuori da ogni registro, sparigliando le regole discografiche dell’epoca.
“Un titolo provocatorio, chiaramente non amato dai discografici (però per fortuna che i discografici ancora non si preoccupavano molto di quello che facevo). Era il periodo delle canzoni dei cantautori, molti facevano dell’impegno politico lo scopo di vita, io invece non ero molto convinto. Le canzoni le scrivevo per divertirmi. E questa era un po’ la mia ironica presa in giro di quel tipo di cantautorato lì.
Secondo me la provocazione artistica tiene sveglie le coscienze, ed è utile, fondamentale (anche per tenere sveglia la mia di coscienza che a volte si addormenta). Non prendiamoci troppo sul serio…si può pensare che una canzone è un capolavoro di perfezione, ma non si può mai pensare che chi l'ha scritta sia perfetto come la canzone, questo è il concetto. Lo dico sempre ma la gente comunque tende molto a confondere, ad amare anche molto quando sente una canzone che commuove, e viene colpita, chiaro che ama anche quello che l'ha scritta...anche se non se lo merita”
firmato Vasco Rossi.
 
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