23 Gennaio 2012
Toffee
di Arcangelo Ark Tangorra
Una vita non si può dire che sia stata vissuta senza almeno una Toffee. Può durare un'ora, una notte, un giorno, un mese, un anno o per sempre, ma è lei che ti segna in maniera indelebile. Quando la mattina ti svegli, allunghi una mano e il posto accanto a te è vuoto, ti alzi di scatto. Poi senti l'aroma del caffé, il rumore di tazzine che si appoggiano una vicino all'altra, e quei passi leggeri che ti ricordano che non sei da solo. Almeno, non ancora. Poi è questione di lampi, di frammenti di vita, di colpi di pennello d'artista dispettoso. Prendi la tua tazzina, le sorridi in controluce, ti accorgi dell'angolo morbido del suo sorriso, scorgi qualcosa che brilla nel suo sguardo e sai, e senti, che quel momento è ormai parte del passato. Però non vuoi crederci, non questa volta e non "di nuovo"; e ti rifugi in un pensiero stupido, eppure indispensabile per superare quel silenzio strano che questa volta non puoi più uccidere ancora con un bacio. "Saresti proprio una brava moglie, eh…?", ma la notte è finita. Ti separi da quel pensiero che odora d'amore e che non ha senso di esistere (o forse sì?), e accendi la prima sigaretta della giornata. E' amara come non ricordavi potesse esserlo, e pensi che potrebbe non essere il fumo ad avere quel gusto acre, ma la tua semplice consapevolezza che sia finita lì.
Sorridi, per forza; perché come una risata può essere anche un pianto mascherato, certi sorrisi, a volte, possono diventare cicatrici che resteranno per sempre nell'anima. E tu lo sai che questo è solo un altro segno che non scomparirà, così come sai che è più profondo di altri.
Però non ci vuoi pensare. In fondo, lei ha già preparato il caffè; e chissà da quanto tempo è lì... Così... Forse immersa negli stessi pensieri.
Stacchi la spina, perché ci vuole qualcosa che mandi in frantumi quegli istanti. Ti alzi e ti infili sotto la doccia, senza trovare altre parole. Lasci che l'acqua lavi via la notte almeno da fuori, perché dentro... Beh, quella è un'altra storia, e non c'è doccia che possa funzionare. E neanche lo vorresti. Stai lì sotto come un imbecille, a cercare di trovare lo stesso calore, le stesse carezze. Ma quella è solo acqua che ti cade addosso e scivola via senza fermarsi.
Quando chiudi il getto è come un secondo risveglio. Ti accorgi che hai chiuso perché anche la doccia era finita lì, e non sai quanto tempo sia passato da quando ti ci sei buttato sotto. Esci e non hai nulla a portata di mano con cui coprirti, perché tutti quei pensieri ti avevano derubato del senso pratico di portarti dietro qualcosa per "dopo". Allora la cerchi. Come un bambino. "Toffee... Passami l'asciugamano... Quello bianco, lì, sul divano", ma non arriva nessuna risposta. Tu già lo sai, ma non vuoi crederci. Non ancora, cazzo! E allora insisti. "Toffee... Dai che c'ho freddo, Toffee!". Però insisti nel vuoto.
Toffee se n'è andata per sempre. E tu resti lì, nudo e da solo, al freddo.
Arcangelo Ark Tangorra
Tutte le news