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2 Febbraio 2012
 

Sessant'Anni On The Rock!

di Arcangelo Ark Tangorra & Stefano Cozzoli

Però, sempre chi scrive, pensa che questa volta non sia il caso di pensare al Vasco Rossi Nazionale. Piuttosto, vorrebbe pensare per un attimo alla "persona" Vasco Rossi. All'uomo, Vasco Rossi. All'anima, Vasco Rossi.

Una persona che è nata il 7 febbraio del 1952 in un paese mite e piccolo, sperduto ai piedi dell'Appennino centrale, e con la prospettiva di vita di un montanaro.

Un uomo che, nel corso degli anni, ha fatto gli errori di tutti, si è pentito come quasi tutti, ha pagato come pochi e ha saputo crescere come nessun altro.

Un'anima che sa anche arrendersi alla malinconia, nonostante l'aspetto "da duro" e quei modi in apparenza ruvidi, nati per difendere l'infinita dolcezza e la purezza interiore.

"Vasco Rossi non sente niente"... Ma l'uomo sanguina.

In questa frase c'è tutta l'essenza di un qualcosa che ha saputo ribellarsi alle convenzioni dell'estrazione sociale prima e della sub-cultura borghese poi. Noi stessi non saremmo mai diventati quelli che siamo se non fosse stato per lui. Sì, perché l'uomo Vasco Rossi ha avuto pesantemente a che fare con la rivoluzione culturale degli ultimi trent'anni in Italia. Ha cambiato "i modi", il "pensiero benpensante", ha seminato germogli e oggi raccoglie i frutti.

L'amore che lo circonda, il nostro amore, non è gratuito. L'uomo Vasco Rossi se lo è guadagnato giorno per giorno; se lo è sudato lavorando "alle presse" nella fabbrica delle emozioni più intime di ognuno di noi.

Con lui siamo cresciuti, ci siamo innamorati, ci siamo lasciati, abbiamo studiato, abbiamo cercato lavoro, l'abbiamo trovato e l'abbiamo perso. Abbiamo condiviso un lutto, abbiamo visto nascere i nostri figli, li abbiamo seguiti crescere. Abbiamo trovato nuovi amici, siamo stati fedeli, abbiamo tradito. Abbiamo sbagliato, siamo caduti e ci siamo rialzati. Siamo nati e siamo morti, e poi siamo rinati. E lui c'è sempre stato.

Abbiamo cambiato fede, abbiamo rivisitato il modo di guardare alla vita, siamo diventati tutti più poeti e forse anche più "maledetti", ma abbiamo imparato a piangere per gli altri e a ridere anche di noi stessi. Abbiamo messo al bando il buonismo e siamo diventati allergici all'ipocrisia. Soprattutto, abbiamo imparato a dire le cose come stanno, senza troppi peli sulla lingua, e ad accettarne le conseguenze. In poche parole, abbiamo imparato cos'è la libertà. E quanto costa.

Il Vasco Rossi Nazionale direbbe: "Siamo Soli".

Chi scrive, invece, ha la consapevolezza interiore di non esserlo mai stato grazie all'uomo Vasco Rossi.

Tanti auguri, vecchio amico nostro... I tuoi Sessant'anni On The Rock non sono stati solo musica, "Grazie al cielo... e alla chitarra".
 
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