11 Maggio 2012
Quando uno studente si ribella alla scuola
di Tiziano Salfa
Ecco quello che ho voluto dirle, oggi, a quella zitella…! Avrò anche fatto una figura di merda con i compagni, ma chissenefrega! Botta e risposta, una dietro l’altra: la mia più anche acida della sua. Ed è rimasta zitta, lei: muta! Così, per una volta, è lei che impara, la stronza…!
La vera scuola è fuori: al di là delle sue pareti, ben oltre i suoi confini. Chissà quanto lontano dagli sguardi spenti e miopi dei loro acidissimi professori…! Altro che compiti per casa, note sui registri e colloqui con i genitori! La vera scuola è fuori, è la vita che respira e che la circonda e che l’assedia…!
La vera scuola è tutta la vita: qualsiasi persona o cosa!
Piuttosto che fare finta di stare attento alle parole noiose di un professore frustrato, io imparo molto di più stando con i miei amici, con le ragazze… O anche solo a non fare un cazzo sdraiato al sole sopra un prato! Perfino guardando il televisore o stando su Internet… Perfino un videogioco è già molto più interessante, “emblematico e intelligentemente allegorico” di tutte le stronzate che ripete ogni giorno quel gran disturbo quotidiano di ogni professore incapace, di ogni sottospecie di impiegato della cultura (impiegato: cioè inchinato e prono alle regole della grammatica, ai postulati della geometria o alle leggi della fisica).
La maggior parte degli insegnanti che conosco non sono altro che umili fattorini del sapere o, al massimo, vigili urbani dell’istruzione omologata, ovvero vili servitori di autori antichi che certo sono stati più grandi di quanto codesti prof. riusciranno mai ad essere. Ma questi autori, cioè i loro padroni, sono tutti morti: è questo il punto che certi omuncoli acculturati non sembrano mai riuscire a prendere in debita considerazione!
Esimi, egregi, illustrissimi insegnanti… Forse noi ragazzi abbiamo davvero, come voi dite, “un surplus di energia vitale allo sbando” che non sappiamo indirizzare né gestire, quella che voi rimpiangete e alla quale avete ormai rinunciato credendo che questo significhi essere più “maturi”! Il punto, però, è che voi non siete affatto capaci, come invece credete, di aiutarci ad “indirizzarla e gestirla meglio”! Quello che ci insegnate, quello che ci dite, quello che ci consigliate o ordinate, quando non ci lascia “del tutto apatici e indifferenti” o “svogliati” è perché ci fa semplicemente schifo!
Dite allora che siamo “insofferenti”.
Ah, sì? E vorreste dare la colpa a noi o alla televisione, magari. Eppure non c’è bisogno di andare tanto lontani nel cercare di indicare i colpevoli: siete voi! Perché ci fate schifo. Date uno sguardo allo specchio, ogni tanto. Guardatevi, come siete ridotti. Noi non vorremmo mai ridurci come voi, perché non vorremmo mai morire prima del tempo! E non vogliamo neppure correre il rischio. Quindi, quando vedete che diamo ascolto a quello che dite, lo facciamo solo per fare l’esatto opposto!
Se non sappiamo dove andremo a parare, perlomeno sappiamo benissimo come non ci vogliamo ridurre!
A scuola non siamo solo “insofferenti” come voi ci vedete: sappiate che dopo andiamo a casa, accendiamo anche lo stereo e vi mandiamo sentitamente affanculo! E’ per questo che a voi, umili emissari di libri muti, di grandi geni morti, non piace Vasco: lui è vivo! Inevitabile quindi che certi morti viventi come voi definiscano “drogato” chiunque dia segno (e sia degno!) di essere e di restare ancora vivo!
Vasco è la dimostrazione vivente che si può crescere, maturare e invecchiare senza per questo smettere di essere vivi. Quindi tutti i vostri insegnamenti prudenti e paranoici sono tutti dovuti al fatto, in fondo, che siete solo dei gran bugiardi fottuti… e istruiti! (oltretutto!).
- “Il ragazzo è troppo agitato, scostante, scalmanato, irrequieto, esaltato… probabilmente perché è drogato”
Signori miei, se davvero anche fosse la cocaina (o la coca-cola…?!) a fare la differenza tra l’esser vivi e l’esser morti, allora mettiamo, per favore, almeno per un attimo da parte la Divina Commedia e, cazzo, iniziamo a studiare quella!
Dire che Vasco canti canzoni che “inneggiano all’uso della droga” (“Bollicine”, “Sensazioni Forti”, “Valium”, “Cosa Ti Fai”, ecc.) è come dire che… la vita è droga!
E’ questo che insegna la scuola…?!
Allora Pasolini, D’Annunzio, Rimbaud, Wilde e non so quanti altri… inneggiavano a cosa…? Alla “degenerazione sessuale”…?!
Allora dobbiamo aspettare che Vasco passi alla Storia.
Ma perché aspettare? Diamo le penne in mano ai giovani o almeno, vi prego, iniziamo con lo studio di autori che ci siano contemporanei!
Vogliamo e abbiamo bisogno di leggere opere scritte da autori che usino lo stesso linguaggio che usiamo noi, e che siano capaci di vivere insieme il pensiero e l’azione.
Non sappiamo ancora come reagire davanti a poesie ermetiche scritte da qualche autore antico, magari stanco, magari anche depresso, il cui significato è strettamente legato al tempo in cui ha vissuto.
Magari proveremo a leggerle tra qualche anno, quelle…
Intanto, credetemi, per noi è molto meglio una canzone…!!
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