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30 Luglio 2014
 

Perché andrete ancora a un concerto di Vasco

di Daniele Salomone da ONSTAGE Magazine: http://www.onstageweb.com/speciali/andare-a-un-concerto-di-vasco-rossi/

Perché andare ancora a un concerto di Vasco Rossi? Lo abbiamo chiesto ai fan e loro ci hanno risposto. Abbiamo scelto una sola storia. Ed è davvero bella.




Ne abbiamo ricevuti tanti di articoli scritti da voi lettori (e fan di Vasco) che ci spiegavano perché sareste andati (e andrete) ancora a un concerto del Kom. Ve lo avevamo chiesto noi e voi avete accolto l’invito. Li abbiamo letti tutti. Alcuni divertiti, altri appassionati, altri ancora riflessivi. Tutti con quel fuoco dentro che (ci dite) solo Vasco sa dare. Ma quello che abbiamo scelto ha qualcosa in più. Racconta una storia personale che può essere storia di tutti. E fa capire, senza voler convincere gli altri a ogni costo, cosa significhi davvero Vasco Rossi per chi lo va a sentire ogni volta. Grazie a tutti voi per averci scritto. E grazie a Maria Evelina per aver voluto condividere con noi la sua storia.

Perché andrò ancora a un concerto di Vasco Rossi

Ascolto Vasco da quando avevo 13 anni, oggi ne ho quasi 44.

L’ho amata da subito, quella sua maniera di entrarti nelle orecchie e arrivare direttamente al cuore, parole e musica insieme. Ho amato soprattutto la capacità di condensare emozioni e concetti soltanto in poche battute, quattro parole cucite insieme a volte anche “malamente” che però sapevano centrare perfettamente l’obiettivo.

Da ragazzina soffrivo del fatto che venisse additato come un drogato/alcolizzato, pensavo fosse ingiusto che alcuni non andassero al di là delle apparenze, pensavo non fosse possibile che gli altri non vedessero quello che vedevo io, l’uomo meraviglioso che si raccontava attraverso le sue canzoni. E che era sempre con me, che mi accompagnava nel cammino della mia giovane esistenza.

Poi la vita mi ha travolta, sono dovuta crescere in pochi mesi, una nuova vita dentro di me palpitava, incurante dei miei soli 21 anni… Non è stato facile accettare un cambiamento così grande, accettare di smettere di essere il centro della mia esistenza quando stavo appena cominciando a vivere… E Vasco era ancora là, c’era sempre, a consolare e a dare la forza, a parlarmi dentro una canzone.

Poi quello che sembrava una tragedia si è trasformata nella gioia della mia vita, sono cresciuta insieme a mia figlia, tutto si è sistemato, Vasco sempre lì, presente “in ogni momento che vivo”, le sue canzoni sono diventate ninne nanne e oggi ho una figlia 21enne che mi accompagna ai concerti, che lo ama quanto me, che capisce quello che provo. E quando siamo lì in mezzo alla nostra “combriccola” ci sentiamo al centro del mondo, sentiamo di essere uno e settantamila, settantamila cuori che durante quelle due ore dimenticano qualunque problema assilli le loro esistenze e si fanno ricaricare dall’energia che solo il nostro Kom sa infondere.

Questo è Vasco per me: un padre, un fratello, un amico… E i suoi concerti sono un’isola felice, sono due ore nelle quali riesci davvero a credere che le cose possano andare meglio, che la vita merita sempre di essere vissuta e che nonostante le avversità “ce la faremo, ce la faremo tutti, perché siamo i più belli”!

Non è facile trovare qualcuno che oltre a denunciare quello che non va intorno a noi sia anche capace di infondere forza e speranza per andare avanti. Ed è proprio questo che io trovo ai suoi concerti, quando lo incontro sul palco dove lui è come a casa e da dove mi sta dicendo: la mia vita è come la tua, i miei guai sono uguali ai tuoi, e ce la farò io come ce la farai tu.

Spiegatemi ora, per quale motivo io dovrei rinunciare a tutto questo. Posso solo dire di essere triste, veramente molto triste per quelli che non hanno la mia stessa fortuna, per quelli che pensano che un concerto del Kom non valga la pena di essere vissuto, per quelli che non sono in grado di provare quello che provo io davanti a lui… Ti amo Vasco, da sempre e per sempre…


Maria Evelina Vaccher
 
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