Vi è mai capitato di pensare al suicidio?
Mai passato per la testa che a questo mondo siete totalmente inutili? Incapaci di soddisfare perfino voi stessi?
Rassegnati? Indeboliti? Incompresi e Calpestati?
Maltrattati e Dimenticati?
Avete mai pensato di avere un destino scritto con niente? Di sentirvi invisibili al mondo circostante?
Se non l'avete mai fatto, il consiglio spassionato è quello di farlo. E farlo subito. Farlo in fretta: in un secolo in cui l'onnipotenza e la genialitá sembrano alla mercà del primo cretino che scrive su un quotidiano, provare a togliersi dalla testa quell'idea di superiorità non può che essere segno di buon senso.
Il gioco è quello di volerla fare finita..per poter rimmandare a domani..
"Non Buttiamoci Giù" è una telecamera (Attenzione a non finire nel suo occhio) che "a giro" inquadra i pensieri di Maureen, Jess, Martin e JJ.
I quattro protagonisti del libro si incontrano la notte di Capodanno sul tetto della Casa dei Suicidi a Londra, in mente hanno tutti l'idea di farla finita.
Questo appuntamento fortuito, anzi inconsapevole, innesca il rifocillamento dell'impulso vitale, che come uno spinello viene passato al compagno vicino.
E alla fine il patto è stretto. Si faranno da "tranquillante" l'uno con l'altra, scongiurando il malessere e il senso di nausea.
Maureen è annientata da un'esistenza vissuta in virtá del figlio handiccapato, Jess, la "smelonata", sputa parolacce di una dolcezza infinita. Poi c'è la rockstar mancata, JJ, oltretutto mollato dalla fidanzata. E infine Martin, il conduttore televisivo annientato da un gossip scomodo.
Hornby è talmente bravo da potersi permettere qualsiasi licenza linguistica, a ogni personaggio corrisponde "un parlare" e una quantità precisa e studiata di intercalari.
Le sue frasi filano via lisce come l'olio. Ingranaggi del pensiero forse un poí arrugginiti ritornano scorrevoli. Vien voglia di incontrarli questi quattro, sedersi al tavolo e offrir loro qualcosa da bere. È sicuro come l'oro che vi faranno ridere, sorridere (dei guai), e pensare.
PS: Insieme a "Non Buttiamoci Giù" non dimentico di mettermi nello zaino anche "La Ricerca del Tempo Perduto", l'ultimo libro consigliato da Vasco.
Chiara Sclarandi
Brano tratto dal libro di Nick Hornby "Non buttiamoci giù" appena pubblicato da Guanda.
Per gentile concessione dell'editore.
MARTIN
Se posso spiegare perchè volevo buttarmi dal tetto di un palazzo? Certo che posso spiegare perchè volevo buttarmi dal tetto di un palazzo. Cavolo, non sono mica deficiente. Posso spiegarlo perchè non è un fatto inspiegabile: è stata una scelta logica, la conseguenza di un pensiero fatto e finito. E neanche di un pensiero troppo serio. Non voglio dire che fosse un capriccio- solo che non era tremendamente complicato o angoscioso. Vediamo un pò.immaginate di essere, che so, un vicedirettore di banca di Guildord. Avevate già accarezzato l'idea di emigrare quando vi viene offerto un posto di direttore in una banca di Sydney. Be, d'accordo che la scelta è abbastanza lineare, ma viene naturale rifletterci un momento, o no? Se non altro per capire se vi sentite di fare armi e bagagli, di lasciare amici e colleghi, di sradicare moglie e figli. Magari vi mettereste a sedere con carta e penna e stilereste una lista di pro e contro. Esempio:
CONTRO: genitori anziani, amici, golf club
PRO: più quattrini, migliore qualitá della vita (casa indipendente con piscina, barbecue ecc.), mare, sole, niente consigli comunali di sinistra che vietano le filastrocche infantili politicamente scorrette, niente direttive UE che mettono al bando le salsicce britanniche ecc.
Non c'è storia, che ne dite ? Il golf club? Ma vi prego. Naturalmente i genitori anziani potrebbero imporvi uno stop di riflessione, ma niente di più: uno stop, e neanche troppo lungo. Dopo dieci minuti sareste al telefono con l'agenzia di viaggi. Bene, io mi sentivo co. In breve non avevo abbastanza motivi per fermarmi, e ne avevo in quantitá per buttarmi. Nella lista dei miei "contro" c'erano solo le bambine, ma non era neanche da pensare che Cindy mi permettesse di rivederle. Non ho genitori anziani e non gioco a golf. Il suicidio era la mia Sydney. E lo dico senza offesa per le bravissime persone che vivono a Sydney.