Fu il primo “ritorno” di Vasco: dal 1978 al 1985 non si era mai fermato un attimo, pubblicando puntualmente un disco ogni anno. Dopo l’arresto per droga nel 1984 e dopo “Cosa succede in città” nel 1985, sparì dalle scene per due anni interi, durante i quali tutta la critica lo dava per finito, dimenticato, “bruciato”, “cotto”… forse perfino morto!
Quando uscì “C’è chi dice no” fu una sorpresa per tutti: sia per la critica, che per la prima volta si trovò a recensire positivamente un suo disco riconoscendolo come “un lavoro di alta qualità ed un’opera matura”; sia per il pubblico, che non era preparato a tanta energia decisa e neppure in fondo abituato a tanta “pulizia” di suono e …di aspetto! A un attento ascolto, infatti, il disco rivela una particolare cura del suono e una profonda accuratezza negli arrangiamenti, che sono sorprendenti e godibilissimi (soprattutto in cuffia). Mentre, a livello estetico, il cambiamento è subito evidente fin dalla copertina dove un primo piano in bianco e nero, a firma dello stimato fotografo Guido Harari, mostra un Vasco dal look assolutamente nuovo: sguardo deciso, viso perfettamente rasato, capelli corti e pettinati all’indietro.
Fu solo a partire dall’uscita di questo album che Vasco iniziò davvero a conquistare l’intera scena musicale italiana, facendosi scoprire ed apprezzare sempre di più sia dal pubblico che dalla critica. Fu questo il periodo in cui riuscì a liberarsi da quell’immagine viscida e stereotipata da “artista dannato e maledetto” che i mass-media gli avevano ben cucito addosso nel corso degli anni, al solo fine di scrivere articoli di maggior risalto. Vasco smise, insomma, di essere considerato solo un pazzo, un drogato o un “cattivo maestro” ed entrò invece a far parte ufficialmente (e finalmente!) di quell’eletta schiera di cantautori considerati con rispetto.
Fu l’album “della maturità”, della presa di coscienza, sì, ma insieme fu anche l’album della ribellione. Fu l’album del ritorno, della risalita, della rivincita, della riscossa, della forza, del cambiamento e perfino della vendetta, ma soprattutto fu l’album di un’autentica volontà etica di rivolta, espressa e condensata in un titolo forte e immediato come uno slogan: “C’è chi dice no”.
In meno di 40 minuti e in sole 8 canzoni, ordinate secondo una sequenza ben premeditata, si snoda un intero percorso esistenziale:
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“C’è chi dice no” vendette più di 1.000.000 di copie vincendo ben 10 dischi di platino.
Da questo disco furono estratti tre singoli, “Non mi va”, presente sia in versione remix, sia in versione a cappella, ricavata dall'incisione della sola traccia vocale, e un 45 giri con “Brava Giulia” e “Blasco Rossi
Dati tecnici e Curiosità
Il videoclip di “C’è chi dice no” fu un vero e proprio evento artistico inedito: un prodotto unico e all’avanguardia che fu applaudito tanto da pubblico quanto dalla critica. Fu girato nei sobborghi di Londa vantando la regia dell’eclettico e famoso musicista, fotografo, designer e regista inglese Peter Christopherson (Leeds, 27 febbraio 1955 – Bangkok, 24 novembre 2010). In sua memoria ricordiamo che:
Il video è stato pubblicato soltanto nel 2002 in Dvd, nella raccolta “Vasco Rossi Tracks”.
La tournée iniziò immediatamente dopo l’uscita del disco, precisamente l’11 aprile 1987 al Palazzetto dello Sport di Padova. Fu promossa dalla Kono Music di Milano che predispose i sistemi organizzativi e di trasporto già collaudati nel 1985 dallo stesso Vasco Rossi e da altri artisti internazionali (come Bruce Springsteen e Paul Young). Etichettata come una delle più grosse produzioni della stagione musicale di quell’anno, l’organizzazione si avvaleva di oltre 40 persone tra musicisti, tecnici ed assistenti, di due Tir, di uno sleeper-bus, di un “mobilhome” e di sei automobili: fu definita dalla stampa di allora “una vera e propria città musicale viaggiante”. Il Tour manager era Enrico Rovelli, mentre il Road manager era il grande e rimpianto Maurizio Lolli.
Sull’onda dello straordinario successo riscosso dal disco “C’è chi dice no”, l’anno seguente fu messa in commercio la prima registrazione Live ufficiale in versione video: “C’E' CHI DICE NO TOUR 87” in Vhs (mai riversata in Dvd, quindi oggi tanto preziosa quanto introvabile, eccettuati alcuni frammenti disponibili su YouTube).
Sempre in seguito al successo del disco, uscì anche un film interamente dedicato a lui e alla magia dei suoi concerti intitolato “Ciao Ma’”, in cui vengono raccontate le storie di alcuni adolescenti accomunati dall’amore per Vasco e incentrate su un suo concerto al Palazzetto dello sport di Roma.
Fu proiettato nelle sale cinematografiche nel 1988, uscì in Vhs l’anno dopo, e nel 2009 fu riversato in Dvd in un’edizione speciale curata da Red Ronnie e che includeva anche un CD audio: un pezzo da collezione ormai fuori catalogo e introvabile.
Il film, scritto sulla sceneggiatura di Roberto D’agostino e Fiorenzo Senese, vede tra i protagonisti una giovanissima e ancora sconosciuta Claudia Gerini e Vasco Rossi in persona, nel ruolo di se stesso.
Sia “Ciao” che “Brava Giulia”, vengono composte, per quel che riguarda la musica, da Tullio Ferro, storico collaboratore di Rossi.
Il brano “C'è chi dice no”, nel 1988, è stato pubblicato in lingua inglese con il titolo “Someone's sayin' no” (traduzione letterale) da Vincent sotto la casa discografica Phoenix Productions.
“Vivere una favola”: è la canzone che apre l’album: si parte dalla solitudine, da un’isola utopica, dall’alto di una nuvola, per precipitare subito nella dura realtà della vita moderna e metropolitana incentrata sulla spietata competizione economica, in cui o si vince o si muore.
“C’è chi dice no”: è la reazione etica di non accettazione, il grido di chi si ribella alle ingiustizie sociali, all’indifferenza generale e perfino al quietismo delle religioni: chi resta immobile di fronte alle ingiustizie è colpevole quanto chi le commette. Il testo è un esempio più unico che raro di sintesi perfetta del più profondo atto di coscienza e del più alto senso di giustizia umani, perfettamente in linea con l’illuminante saggio di Albert Camus “L’uomo in rivolta” (Che cos’è un uomo in rivolta? E’ un uomo che dice no).
“Blasco Rossi”: “Blasco” è la storpiatura denigratoria del suo nome, coniata casualmente da una nonna che disse alla nipote “Ma perché vai al concerto di quel Blasco lì…?” e ripresa con una divertita autoironia da Vasco stesso. E’ la storia di Vasco e dei suoi fedelissimi (la combriccola) perseguitati da alcuni giornalisti che nell’esagerare la loro critica arrivarono perfino ad insultarlo, approfittandosi –all’epoca - di essere più famosi e benvoluti di lui. Ritorna la citazione di “quel tale” di “Vado al massimo”, ma stavolta è per lanciargli una sfida: dato il seguito che Vasco iniziava ad avere, infatti, il giornalista Nantas Salvalaggio non aveva più tanto gioco nell’affondare in quella che spacciava per “critica” quando invece era “insulto”.
Data pubblicazione: marzo 1987
Dischi: 1
Tracce: 8
Etichetta: Carosello
Durata: 39 min. e 48 s.
Prodotto da: Guido Elmi e Maurizio Biancani
Classifiche-Anno di uscita:
Miglior posizione raggiunta: #1
Posizione annuale vendite : #3
Lineup
Chitarre: Massimo Riva e Maurizio Solieri
Batteria: Lele Melotti
Basso: Claudio Golinelli detto “Il Gallo” e Davide Romani
Tastiere: Fio Zanotti
Tastiere, sassofono, percussioni, batteria: Rudy Trevisi
Conga, chitarra: Guido Elmi
Cori: Massimo Riva e Tullio Ferro
Che cos’è un uomo in rivolta? Un uomo che dice no.
L’uomo che dice no oppone il principio di giustizia che sta in lui al principio di ingiustizia che vede all’opera nel mondo. Non vuole dunque nient’altro che risolvere questa contraddizione.
La rivolta è il moto che solleva l’individuo in difesa di una dignità comune a tutti gli uomini, in senso etimologico, è un voltafaccia: in essa, l’uomo che camminava sotto la sferza del padrone, ora fa fronte. (...DEL PALCO!, NdR)
“L’uomo in rivolta”, Albert Camus, 1951