Mentre cercavo di non fare il militare, Ballandi mi convince a partecipare a una manifestazione nelle discoteche, Primo concerto, con tutti i giovani emergenti delle piccole etichette discografiche.
Mi dice: Ti faccio partecipare a questa manifestazione perché si va in giro per i locali e dopo parteciperemo all’Altra Domenica di Renzo Arbore.
Era il ’78-79, avevo fatto il singolo e il primo album, Ma cosa vuoi che sia una canzone, che aveva avuto solo una distribuzione regionale. Non avevo una casa discografica, solo l’etichetta di Borgatti, ma mi voleva Ballandi. Bastava e avanzava.
Io arrivo e c’erano Renzo Zenobi, Teresa Gatta, una cantautrice, Lino Rufo (divertentissimo, ma alla RCA gli cambiavano le parole e gli hanno tarpato le ali; cantava: Brucia e risparmia solo noi). Anche Alberto Camerini, che era molto simpatico. Ma soprattutto c’era Alberto Fortis, che aveva scritto la famosa La sedia di lillà. Lui era un po’ la star e si comportava come tale. Li vedevo come dei bravi ragazzi, ma non avevano la mia rabbia.
Avrei potuto fare Albachiara, ma una ballata rock non era adatta al contesto. Ci penso e scelgo (Per quello che ho da fare) faccio il militare, molto ironica. Diversa. Autosufficiente. Arrivavo con la chitarra e la facevo dal vivo (esiste il video). Pensavo: Sicuramente ad
Arbore gli piace (ero un suo grande fan) e comunque mi tolgo fuori da questa competizione.
Bene, allora facevamo tutti questi concerti dove non c’era mai nessuno, eravamo tutti nuovi: situazione tristissima ma mi divertivo. Era un film. Fortis in esplosione totale, ma Arbore ha fatto passare solo me. E disse che era arrivato un altro Battisti (ma completamente diverso da Battisti). Questa è stata la prima volta che sono passato in tv. E, non mi ricordo se prima o dopo, Bibi mi propose il primo concerto.