Che cos’è una canzone…?
Qualche parola e una melodia…?
Uno strumento di lotta
O una masturbazione psichica?
Una sensazione…?
Che cos’è una canzone d’amore?
Che cos’è una canzone politica?
Impegnato, non impegnato…
Si parla molto e si ascolta poco!
Per quello che mi riguarda, a far canzoni mi diverto!
Scriveva così Vasco nel 1978, questo breve, conciso, perfetto Manifesto che presentava il suo primo album, e addirittura lo titolava.
Non è che La Canzone, lo avesse in realtà già sconvolto?
Tanto da fargli passare per la testa queste e sicuramente altre domande sulla sua importanza?
Anche se La prende un po’ in giro, e sta facendo un album “per scherzo”, e “per quanto lo riguarda lui si diverte”, non è che con quel suo “si parla molto e si ascolta poco” (ancora così attuale tra l’altro), ha in realtà già deciso di accettare la sfida con la Musica?
Nello scritto Vasco fa un ghigno ai rappresentanti della canzone italiana, vittime del tema politico, del quale fanno un uso smodato e comodo.
I suoi testi sono da subito anarchici, e di conseguenza profumano di una chiara tendenza alla libertà da qualsiasi vincolo politico, matrimoniale, lavorativo…
È nei temi un disco che si carica di tutte le parole degli anni settanta sbeffeggiandone significato e importanza.
Le mani sono sporche di allegria, le anime sospese in mezzo alla stanza, e tutto questo basta per essere già di per sé fondamentale.
Una canzone votata alla provocazione, diventa risveglio di coscienze, ma non potrà cambiare il mondo, Vasco questo lo grida fin da subito.
Dall’altra parte, non si possono trascurare la forza e la potenza della Canzone, capaci di cambiare “l’umore di una giornata” in pochi minuti.
Questo disco, come si sa, è stato fortemente voluto da Gaetano Curreri che, infatti, lo arrangerà; fu praticamente un veggente nell’intuire le potenzialità dell’amico. Vasco era felicemente soddisfatto, pieno di donne, soldi e motori. Faceva il dj e si divertiva tantissimo.
In questo disco suonerà la chitarra acustica e quella a 12 corde.
Perché lasciare i piatti per la chitarra?
Fu anche quella una scelta probabilmente dettata dal suo inesauribile bisogno di comunicare.
Facile farlo con la musica degli altri… ma ci sarebbe riuscito con la sua?
A seconda della tua età anagrafica tutto questo verrà inserito in quelle che sono le tue conoscenze spazio-temporali: forse eri grande già abbastanza per essere uno dei primi a riconoscere la forza di quelle canzoni, e per sentirle cucite apposta per te e i tuoi tempi, oppure le hai scoperte appena dopo, vissute poi durante gli innumerevoli live che negli anni ti hanno permesso di assaggiarle.
Magari invece sei così giovane da non averne imparata nemmeno una a memoria, e hai tutto davanti.
Ma partiamo… dalla fine: ultima canzone del lato B:
Ciao (strumentale). Perché? Perché questo brano rappresenta “la grande incomprensione” dell’ultimo tour Vasco Non Stop 2018.
Alcuni si aspettavano la “
Ciao” più nota di “
C’è chi dice No”, e scrivevano poi perplessi all’indomani del concerto, chiedendosi perché Vasco avesse saltato una canzone prevista in scaletta.
Macché, Vasco non ha saltato un bel niente della sua rotolante scaletta perfetta, il fatto è che la canzone prevista era proprio quella, appunto strumentale, del 1978, eseguita quindi da Beatrice Antolini durante il tour.
Penultima e seconda del lato B,
Ed il tempo crea eroi, una chicca di quelle davvero esagerate per la scaletta di Modena Park (1 Luglio 2017), perché si era appunto dimenticato, il tempo passato dall’ultima volta che Vasco aveva suonato questo pezzo davanti a un pubblico pagante.
Ambarabaccicciccoccò non è segnalata in nessuna scaletta di live.
Prima canzone del lato B: J
enny è Pazza: canzone fondamentale, perché per prima svela la parte femminile di Vasco, il quale gioca coi nomi di donna per parlare anche di se stesso, della minaccia costante della depressione, brutta bestia da combattere senza abbassare mai la guardia.
Vasco, dopo averla suonata nei primi anni di carriera la mette in un cassetto. Tirandola fuori durante il Fronte del Palco Tour 1991 e poi all’Heineken Jammin Festival del 1998, a un ventennio dalla sua pubblicazione. Due esibizioni entrambe indimenticabili.
“Io che l’ho vista piangere di gioia e ridere, che più di lei la vita credo mai nessuno amò, io non vi credo lasciatela stare”, è una di quelle frasi che non entrano solo dalle orecchie, ma trapassano tutto il corpo.
Viene il momento di girare il disco, il lato A che ci guarda:
Numero 1:
La Nostra Relazione, era lo Stupido Hotel 2001 quando Vasco decise di inserire in scaletta questa canzone concludendo poi con quel “è finita la canzone, è finita la relazione, ma un’altra presto ne inizierà”. Tanto che ci si potrebbe anche chiedere “Che cosa è una relazione”?
Riproposta anche durante l’Europe indoor tour del 2009/2010.
E poi mi parli di una vita insieme…
Non ci sono scalette live in cui venga riportata questa canzone
Silvia è una canzone Onda, una di quelle che ritornano. Uscita come singolo insieme a
Jenny nel 1977, Vasco la canterà sempre fino al Vado al Massimo Tour (1982). Poi con
Jenny nel cassetto, fino a quando appunto, durante Fronte del Palco 1991, decide di cantarle, e pure di fila, prima
Jenny, e poi
Silvia.
Tu che Dormivi Piano, l’ultima del lato A. Un Vasco romantico fino a diventare fiabesco, onirico. Anche questa canzone non compare in nessuna scaletta.
E il Tempo Crea Eroi,
La Nostra Relazione,
Jenny e
Silvia sono, questa è storia recente, entrate in scaletta di Modena Park.
Queste otto canzoni rappresentano Vasco che sboccia, che ancora prende forma, eppure le sue canzoni sono già capaci di penetrare a fondo dentro l’essere umano. Permettono all’ascoltatore genuino un’assimilazione diretta e immediata, senza alcun tipo di difficoltà, e per questo rimangono vive e attuali, ancora da cantare…