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15 Giugno 2017
 

Jenny e Silvia: 40 anni fa il primo 45 giri di Vasco Rossi


Il 15 giugno 1977 usciva il primo singolo del rocker di Zocca, con gli arrangiamenti di Gaetano Curreri. Una copia oggi vale tra 150 e 500 euro

di MAURIZIO DI FAZIO - Repubblica.it link

“Jenny non può più restare / Portatela via / Rovina il morale alla gente / Jenny è pazza / C'è chi dice anche questo”. “Silvia fai presto che sono le otto / Se non ti muovi fai tardi lo stesso / E poi la smetti con tutto quel trucco / Che non sta bene, te l'ho già detto. Mentre una mano si ferma sul seno / è ancora piccolo ma crescerà”. Fino a quel giorno il futuro dominatore assoluto del rock tricolore, anche in senso retroattivo, si era limitato a fare il dj nella mitologica Punto Radio, antenna libera fondata con un gruppo di amici due anni prima, e a strimpellare qualche bozzetto stralunato di canzone ai tavolini del bar Olimpia di Zocca. Ma quel 15 giugno del 1977, chissà quanto consapevolmente, tutto cominciò a cambiare per sempre.

 

Usciva quarant’anni fa il primo 45 giri di Vasco Rossi, Jenny/Silvia. Registrato in 48 ore, Jenny è il lato A e Silvia il B. Due ballate morbide e sinuose, terse e inquiete, intrise di umori liceali che contenevano, in nuce, l’intera estetica e poetica di ribellione neo-generazionale e post-ideologica del Primo Blasco di Successo. A pubblicarlo, una semi-sconosciuta etichetta discografica di Bologna, la Borghetti Music, specializzata in valzer, mazurche e lisci; e per marcare le distanze dalla sua produzione canonica, non esattamente appetibile dai giovanissimi di allora, il lungimirante Paolino Borghetti inaugurò una collana apposita, la Jeans Record. Stampato in 2500 copie, il 45 giri andò a ruba (almeno tra Bologna e Modena) e di lì a breve il rocker di Zocca avrebbe investito i suoi primi guadagni in una Bmw nera e nelle cene offerte, di sera in sera, alla sua comitiva.



  
La copertina. Sulla copertina si vede Vasco pensieroso ma non troppo, anticonformista il giusto, fermo nel suo grande avvenire, rannicchiato e appoggiato con le braccia su quella che sembra una scrivania o un comune tavolo di legno. Indossa un maglione marroncino, un orologio e un braccialetto. L’idea generale è riconducibile alle cover cantautorali dell’epoca, ma le scritte sul retro appaiono stridenti e originali, così come i ringraziamenti indirizzati a Gaetano Curreri (per gli arrangiamenti), a Le Cinque Lire (la sua prima band di supporto) e poi a “Maurizio, Brancaleoni, Scandy”. Non è mai stata pubblicata una ristampa in mini-cd di Jenny/Silvia, per cui i pochi vinili in circolazione valgono varie centinaia di euro.
 
Jenny vs. Jenny è pazza. La versione primigenia del brano, quella del singolo, è leggermente difforme dal pezzo contenuto nell’album d’esordio del Komandante …Ma cosa vuoi che sia una canzone…, nei negozi nella primavera del 1978. Nel 33 giri la parte iniziale viene trainata da un pianoforte, mentre nel singolo è affidata a un arpeggio di chitarra acustica. Muta pure le lunghezza: un minuto di differenza. E il titolo: Jenny diventa Jenny è pazza.
I concerti inaugurali. A fine giugno 1977, Vasco tiene il suo primo concerto ufficiale nell’aula magna dell’istituto Corni di Modena. Nel corso dell’estate si esibisce a Radio Estate Giovani (allo stadio di Crotone) e al festival Canta Veneto. Seguono live in lungo e in largo per l’Emilia. Accompagnato dagli inseparabili Le Cinque Lire (Gaetano Curreri prima degli Stadio al piano, Marco Rossi alla batteria, Giovanni Oleandri al basso ed Enzo Troiano alla chitarra), oltre a Jenny e Silvia e a un pugno di cover, testa dal vivo le tracce del suo imminente …Ma cosa vuoi che sia una canzone…, che inizierà a registrare a novembre.
La febbre del collezionismo. Su eBay e Discogs, il più importante portale per la compravendita di dischi più o meno rari, il valore di una copia di Jenny/Silvia oscilla tra 130 e 500 euro. E alla Fiera internazionale del disco di Genova, nel 2012, la base d’asta per accaparrarsi il feticcio Jenny Mix, comprensivo di Jenny sulla prima facciata e di Mister Dj del sodale di Radio Punto Zero Mandrillo (con Blasco ai cori) sull’altra, era di 5mila euro.
 
Remo Terzoli, il re dei Vasco-collezionisti. Ligure, Remo possiede quasi 200 vinili del cantore della Vita spericolata, tutti autografati. Senza contare i cd, i cartonati pubblicitari, le memorabilia assortite. E tra i due è fiorita negli anni anche una bella amicizia. "Il mio culto è nato nel 1985, quando avevo 16 anni: mi piacevano le sue canzoni e lui come persona, sempre scomodo, controcorrente e mai banale. Nel 1997 ho suggellato il mio sogno di conoscerlo nella realtà, e da allora ci vediamo almeno una volta l’anno – racconta a Repubblica.it -. Naturalmente ho due copie di Jenny/Silvia, entrambe con in calce la firma di Vasco. Una è in buone condizioni, e l’ho pagata 500 euro; l’altra, oggi più rovinata, la comprai per 70mila lire”. Complessivamente Remo ha speso intorno ai 10mila euro per la sua passione. Il cimelio a cui è più legato è la cosiddetta Matita, un totem per i "Vascollezionisti": parliamo della versione originaria del suo primo album, il sopraccitato …Ma cosa vuoi che sia una canzone…, ribattezzato così dai fan per via della copertina che ritrae il manico di una chitarra che si trasforma in matita. “Mi sono portato a casa la Matita con soli mille euro. Oggi ne vale il quadruplo. Quando me l'ha firmata, il Blasco mi ha detto: 'Il giorno che schiatterò ti ritroverai un capitale'. E io gli ho risposto: al limite ne godrà mia figlia perché io, la mia Matita, non la venderei per nessuna ragione al mondo".
 
 
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