6 Giugno 2011
Il ..”senso” di Ancona….
di Paolo Rebizzo
A dire il vero, all’arrivo nella città del Conero l’atmosfera non era delle migliori, anzi appena entrati allo stadio ha incominciato a piovere incessantemente per due ore, ma la magia dell’avvenimento ha fatto si che anche le ”potenze superiori” facessero in modo di far svolgere la serata nel migliore dei modi. Insomma, quella che si prospettava come una domenica alquanto lunatica si è tramutata in una giornata di forti emozioni vissute sul prato dello stadio marchigiano grazie alla magia della musica di Vasco.
E’ stato uno spettacolo diverso dagli altri, nessuno di noi si sarebbe aspettato di vedere ballerine sul palco (l’ultima ballerina su un palco di Vasco risale al 1984 con Susy Campisi), figurarsi un’automobile “volante” o fiamme vere che emanavano un forte calore.
A dire la verità, tutti noi che seguiamo Vasco da circa trent’anni non sapevamo di un cambio di scena così particolare e dire che Vasco aveva avvisato….tuttavia, dopo un inizio di sbandamento e di piacevole sorpresa, possiamo dire che anche questa volta Vasco ha fatto centro, lo spettacolo di Ancona ha rispecchiato il messaggio contenuto in “Vivere o niente”. E’ il senso della vita e del miracolo del suo rinnovarsi quotidianamente e nella quale dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e metterci sempre la faccia, sia nella buona che cattiva sorte.
Credo che il messaggio principale che arriverà da questo tour, oltre ad una rinnovata veste musicale e scenografica, sarà quello relativo al senso della vita, su come essa nasce e come essa debba essere conservata e tutelata.
Insomma, se prima Vasco cantava di volere trovare un senso a questa vita, il suo percorso di ricerca ha trovato una risposta ed anche il non far finta che vada sempre tutto bene è una presa di responsabilità ed un sintomo di crescita e maturazione.
In questa ottica, anche il fare debiti con sè stessi è indice di una crescita globale e di consapevolezza d’essere nel piena della propria maturità fisico-mentale che sicuramente sfocerà in una nuova ondata creativa della quale ne beneficeremo tutti noi.
Ancona, la città dell’Adriatico, ha ospitato tutti noi del Fans club per la data zero del tour 2011 del Komandante.
A dire il vero, all’arrivo nella città del Conero l’atmosfera non era delle migliori, anzi appena entrati allo stadio ha incominciato a piovere incessantemente per due ore, ma la magia dell’avvenimento ha fatto si che anche le ”potenze superiori” facessero in modo di far svolgere la serata nel migliore dei modi. Insomma, quella che si prospettava come una domenica alquanto lunatica si è tramutata in una giornata di forti emozioni vissute sul prato dello stadio marchigiano grazie alla magia della musica di Vasco.
E’ stato uno spettacolo diverso dagli altri, nessuno di noi si sarebbe aspettato di vedere ballerine sul palco (l’ultima ballerina su un palco di Vasco risale al 1984 con Susy Campisi), figurarsi un’automobile “volante” o fiamme vere che emanavano un forte calore.
A dire la verità, tutti noi che seguiamo Vasco da circa trent’anni non sapevamo di un cambio di scena così particolare e dire che Vasco aveva avvisato….tuttavia, dopo un inizio di sbandamento e di piacevole sorpresa, possiamo dire che anche questa volta Vasco ha fatto centro, lo spettacolo di Ancona ha rispecchiato il messaggio contenuto in “Vivere o niente”. E’ il senso della vita e del miracolo del suo rinnovarsi quotidianamente e nella quale dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e metterci sempre la faccia, sia nella buona che cattiva sorte.
Credo che il messaggio principale che arriverà da questo tour, oltre ad una rinnovata veste musicale e scenografica, sarà quello relativo al senso della vita, su come essa nasce e come essa debba essere conservata e tutelata.
Insomma, se prima Vasco cantava di volere trovare un senso a questa vita, il suo percorso di ricerca ha trovato una risposta ed anche il non far finta che vada sempre tutto bene è una presa di responsabilità ed un sintomo di crescita e maturazione.
In questa ottica, anche il fare debiti con sè stessi è indice di una crescita globale e di consapevolezza d’essere nel piena della propria maturità fisico-mentale che sicuramente sfocerà in una nuova ondata creativa della quale ne beneficeremo tutti noi.
Paolo Rebizzo
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