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19 Giugno 2019
 

Il concerto di Vasco è la vita di tutti noi





Parafrasando Hitchcock, come il cinema anche “il” concerto di Vasco è la vita di tutti noi, con le parti tristi e noiose già tagliate.
E’ il riassunto in poco più di due ore di una catarsi liberatoria: d’altra parte, per Conte la lucertola è il riassunto del coccodrillo, due ore a Vasco e al suo universo bastano e avanzano!
In questo, in fondo, niente di nuovo, già l’estetica di Aristotele attribuiva alla tragedia una purificazione delle passioni.
Il fatto nuovo è che in questa liturgia laica il percorso si compie non tanto e non solo con il rock, pretesto di anno in anno sempre più giovane, rigenerato. trasgressivo, ma con il testo.
Da vero Poeta Vasco non solo suona il rock, ma lo veicola, il rock, dove vuole il suo villaggio di popolo, tanto che il rock diventa eccitante strumento al servizio delle parole.
Vera magia.
Un percorso rigenerante…..
Mi si escludeva, la sofferenza di una solitudine che diventa dolorosa diversità e segregazione.
In fondo, anche Jannacci faticava a essere invitato al suo funerale….
Solitudine non tanto lontana dalla solitudine di De Andrè, ragazzo fragile,ebbro e “avvolto in una nuvola rossa” che lo difende da un’inutile, ricca e oziosa borghesia, a cui sceglie di non concedersi, chiudendosi in un silenzioso ostracismo.
E neppure dall’elegante uomo in frack, che non si sa da dove viene e dove va, solo, oerdente e tragico nei versi di un altro grande Poeta
Per nostra , e sua fortuna, in Vasco, vero artista popolare, c’è la possibilità di ritrovare la comunicazione con tutti gli altri, soli, sì, ma come lui.
Comunione, empatia, io come voi, con voi,tra di voi.
E dunque, siamo soli, ma tutto può ancora succedere, anche se vivere non è facile.
La palingenesi è ormai in atto: si pensi allo strabiliante e fulminante “eh”incipit di “eh già”: sembrava la fine del mondo, ma sono/siamo ancora qua, con futuro, speranze, convinzioni, nuove vitali “incazzature” sane, mature, finalmente consapevoli…
Adesso, dunque, possiamo rivendicarlo con tenace orgoglio: siamo solo noi.
Abbiamo superato lo sfacelo esistenziale, noi, e l’ironia spesso mal compresa del testo si scioglie con la frase a chiusura delle due ore di vita convissuta/stravissuta: ce la farete, ce la farete tutti!
Questa volta, parafrasando Leopardi, certamente il poeta più vicino a Vasco, il concerto finisce, sì è raggiunta l’attesa della felicità, si sa di non essere più soli
Arriverà lunedì, certo….
Ancora lunedì.
“ e adesso basta, vado fuori
Sempre se trovo i pantaloni
E vado ad affogare tutti i miei dolori”

Guido Magnisi


 
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