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11 Febbraio 2014
 

Glezos "Alla ricerca del Vasco perduto"



Ma chi è 'sto Glezos

Non lo conosco di persona ma son sicura di poter dire qualcosa sul suo libro, dopo averlo letto in pochi giorni.
Alla ricerca del Vasco perduto” (Indiscreto, pag 272, euro 15,00) è una biografia che si occupa di Vasco dall’apertura di Punto Radio nel 1975, fino all’esibizione sanremese e non oltre. Di quando insomma Vasco era il famoso creatore di una delle prime radio libere d’Italia, uno dei tanti bravi dj emiliani, e come cantautore non se lo filava quasi nessuno.
Di quando, per dirla alla Glezos, “le chitarre non facevano ancora rumore”, e Red Ronnie si chiamava ancora Gabriele Ansaloni.
Questo libro è da ascoltare (anche con una buona dose di senso critico), nel senso che cita talmente tanti titoli, che non si può non cedere a youtube e andare a riascoltare Pink Floyd, Talking Heads, Genesis e Peter Gabriel, insieme al Battiato di Fetus e a chi pescherete, è certamente più lunga la colonna sonora rispetto al libro. Che si sintonizza sulla frequenza 104 FM (la prima frequenza di Punto Radio) dando un inizio alla storia, con Vasco che pubblicizza le magliette e i berretti, “costano lire 3.000 cada una e sono in vendita praticamente in tutte le città del mondo”.
Attraverso i racconti (tipo gli scherzi telefonici di Massimo Riva) si respira l’energia dei giovanissimi che gestivano l’emittente.
Si parla non solo di Punto Radio, ma di tutto il contesto radiofonico di quel tempo a partire dalle hit, zoomando su molti dei protagonisti della scena musicale e del dietro le quinte.
Glezos scava, e ripesca le prime volte in radio di vasco da intervistato, mentre andava a promuovere i primi lavori. Trascrive integralmente uno speciale del 1979, fatto da Luigi Farlotti per ’Il mondo di Luigi Farlotti, mandato in onda da Studio Veronica, in cui il Nostro si racconta come dj e parla dei suoi primi LP e molto altro. “Il primo LP l’ho fatto l’anno scorso ed è stato una cosa un po' così, un colpo di fulmine, ho incontrato uno che ha sentito le cose che facevo e ha detto:"vuoi fare un disco?”. E io: “subito, è evidente”.
E ancora “Ecco la grossa differenza tra il primo e il secondo disco: sono distanti tra di loro un anno, ma come come distanza tra la composizione delle canzoni gli anni sono otto”. Quattordici pagine fitte in cui Vasco affronta i temi del “dj cantautore”, del “primo e secondo disco”, de “la strega” di “albachiara”.! Non scrivo tutto altrimenti Glezos si arrabbia.
Il libro è spesso in corsivo per via delle molte testimonianze raccolte, a partire da Eletttro, collaboratrice di Punto Radio prima e autrice della fanzine punk Coca Scola negli anni a venire.
Gli aneddoti si rincorrono intramezzati da alcune schede atte a inserire la storia di Vasco nel contesto musicale dell’epoca. Leggerete del Paradise Club, famoso locale della scena house newyorkese, di Radio Alice, del tempo in 3/4, e degli Umbis studios, gli studi di registrazione nei quali Vasco registrò tutti i suoi dischi degli anni ottanta, oltre a molto altro s’intende.
Ai ricordi di Elettro, si aggiungono le interviste a Maurizio Solieri e Gaetano “Bethonen” Curreri, ma anche a personaggi meno famosi come Leo Persuader e Ricky Portera, Andrea Ge, Maurizio e Umberto Maggi.
Chiude con 104 titoli di canzoni suonate in discoteca e a Punto Radio da Vasco.
Glezos viene anche un po' sfruttato dai suoi intervistati, lasciatemelo dire, che in più occasioni fanno dichiarazioni a mio avviso ridicole, tipo Portera che parla di un Vasco con “la bocca più grande del cervello” (mah), o di Persuader che praticamente si lancia in una specie di lunga lettera aperta a tratti privata, e un tantino fuori luogo, visto che affronta temi mai chiariti, evidentemente, con l’interessato.
Ma l’autore “trascrive con le pinze”, ci tiene a sottolineare che poco gli importa dei pettegolezzi, riconosce in definitiva ogni merito solo ed esclusivamente a Vasco Rossi, e senza averlo mai incontrato ce ne parla come di “uno che ti sparge addosso qualcosa di contagioso come il raffreddore: una volta preso non lo dimentichi”.


Recensione di Chiara Sclarandi



 


Fotografia tratta dal libro "Vasco Live" ed. Rizzoli 




 
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