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25 Novembre 2018
 

Da "...ma cosa vuoi che sia una canzone..." a “La Verità” Airplay #1


Tutte “Riflessioni ironicamente filosofiche” 
parola di Vasco Rossi
dal 1978 al 2018, Una Splendida carriera rock


 
Senti che bel rumore..
C’è Vasco nell’aria e si sente!..
Arriva lui e come sempre sorprende e ci prende!
Tra La Verità 
nell’ “irid video” che spopola e conquista il mondo, milioni e milioni di visualizzazioni e l’unanime riconoscimento che la geniale intuizione di Pepsy Romanoff – complice l’occhio di Vasco - possa essere una installazione d’arte contemporanea,
E i ricordi di
“...ma cosa vuoi che sia una canzone...” da non perdere, su SkyArte mercoledi 28 novembre, il racconto delle origini del mito, come è nato il suo primo lavoro in assoluto in una sala d’incisione, Fonoprint, nel 77. Ride Vasco seduto su uno sgabello con la chitarra pronta – “1977? Ah, ma io allora non ero mica ancora nato…”
Nasce lì, infatti, con quell’album, il provoc-autore rock: con Jenny, Silvia, La nostra relazione e le altre, tutti capolavori oggi riconosciuti ma allora semisconosciute. 



Canzoni nate con la mitica chitarra Martin, (anche La Verità c’è da scommetterci) che contengono tutte una provocazione, osservazioni e disincanto sulla realtà, “notificate” però con l’ ironia, sottile o feroce dipende, divenuta negli anni il suo segno inconfondibile.
Attenzione a non mitizzare chi le ha scritte, avvertiva nel ’78, in piena epoca di cantautori impegnati, solo la canzone può essere perfetta, non chi l’ha scritta. Secondo la sua filosofia rock di non prendersi mai sul serio (“parli di te, come fai a prenderti sul serio?”). Anche quando di cose serie ne dice. O le canta.
Riflessioni ironicamente filosofiche, le chiama oggi, declinate al femminile, naturalmente.
Come La Verità…la più trasmessa dalle radio (disponibile dal 23 anche in vinile) tutti d’accordo che è il pezzo giusto al momento giusto.
 

 


 
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