Dopo 40 anni di carriera il rocker di Zocca è finalmente libero di divertirsi e dopo Modena Park è pronto per un tour a tappe
di Giusi Fasano, corriere.it (
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ARRIVARE IN FONDO ALLA STRADA, scoprire che la meta era la strada stessa e decidere che è il momento giusto per non volere più niente di quel che si è desiderato fino a quel punto. Anelare alla vita, semplicemente. Voler nient’altro che vivere, spensierato come un bambino, libero come l’aria, felice di essere. È un momento liberatorio per il mitico Blasco che l’altro giorno si è lasciato andare a una confessione pubblica: «Dopo il grande evento di
Modena Park avrei potuto non fare più niente. Mi sento libero di sperimentare, divertirmi, nella più totale indipendenza da vincoli di qualsiasi tipo di ordine discografico o di star business».
È un Vasco Rossi che non sente più legacci, finalmente. Un gigante che ha fatto la storia della musica italiana e che dopo più di 30 milioni di dischi venduti, dopo più di trenta album, dopo decine e decine di canzoni diventate icone del rock di casa nostra (e non solo), si lascia conquistare da una nuova dimensione: «Divertirmi» come dice lui «e portare un po’ di gioia con lo spettacolo rock più potente ed emozionante al mondo». Con appuntamenti anche minori, con il ritorno a standard che magari si è lasciato alle spalle decenni fa ma che adesso corrispondono di più ai suoi desideri.
A 66 ANNI
la sola cosa che Blasco ha voglia di fare è cantare. Punto. «Con tutte le canzoni che ho voglia di cantare potrei andare avanti per anni ed è proprio quello che voglio fare», dice. E noi qui a immaginarlo mentre organizza le tappe del Vasco Non Stop Live. Così. Senza aspettarci folle da Modena Park, che era un modo per tracciare una linea di confine fra quel che è stato e quel che sarà. E ci piace questa nuova vita dedicata all’arte di fare quel che si vuole. Fa ripensare al Vasco dell’adolescenza e del fare ribelle che non voleva saperne delle regole dei salesiani all’Istituto San Giuseppe di Modena. Ci ricorda che la libertà di essere se stessi fa parte di quel volersi bene che crescendo forse si dimentica un po’ ma che col passare degli anni alla fine ritorna, diventa sempre più importante.
IL SENSO DELLE PAROLE di Blasco è «finalmente faccio quello che voglio e non devo più dimostrare niente a nessuno». E non è soltanto liberatorio, è vitale. È la fine del conflitto perenne fra quello che gli altri si aspettano che tu sia e quello che vuoi essere davvero dopo una vita passata a mediare fra quello che devi e quello che vorresti fare. Fa tristezza – per dire – chi, libero dal lavoro di una vita, non riesce a fare altro che ripetere in fotocopia l’esistenza di sempre fingendo con se stesso di essere ancora parte di quel sistema, un ingranaggio ancora indispensabile per farlo funzionare. Vuoi mettere un salvifico “Basta con i vincoli, l’unica condizione è divertirmi”? Come quella volta alla fine degli anni Settanta. Nel libro in cui Marco Mangiarotti racconta aneddoti su Vasco si narra di Renzo Arbore che lo scelse per mandarlo in televisione: «Disse che era arrivato un altro Battisti – racconta lo stesso rocker di Zocca –. E così quella fu la prima volta che passai in tv». Ovviamente si divertì come un pazzo!