Utilizziamo cookie per assicurarti una migliore esperienza sul sito. Utilizziamo cookie di parti terze per inviarti messaggi promozionali personalizzati. Per maggiori informazioni sui cookie e sulla loro disabilitazione consulta la Cookie Policy. Se prosegui nella navigazione acconsenti all’utilizzo dei cookie.
 
 
6 Febbraio 2012
 

Ciao, Vasco...

di Daniele Abati

Wow, caro Kom: 60 anni! Ma oserei dire…che sessantenne!

E’ strano, sai, attribuire 60 anni al tuo personaggio, al tipo di persona che sei, perché è evidente che dentro tu sei ancora un ragazzo come me! Un ragazzo con le sue illusioni, i suoi problemi, le sue paure, le sue speranze, le sue indecisioni, le sue sfrenate ricerche per raggiungere la felicità e le sue infinite battaglie per vincere la tristezza.

Ripeto: è davvero strano pensare che sia arrivato già il 7 Febbraio 2012, com’è strano pensare alla tua prima volta a Sanremo, in quell’ormai lontano 1982.

Sì, fa effetto pensare che siano già passati 30 anni dalla tua prima vera “conquista”, perché quegli occhi, quelle movenze sul palco e quelle grida di speranza le possiamo vedere e sentire ancora oggi!

Tu sei un personaggio ed un uomo senza tempo.

E’ davvero incredibile il modo in cui tu ci hai travolto con le tue canzoni e i tuoi pensieri, come è fantastico il modo in cui ogni volta ci fai entrare nella tua vita e ci accompagni nella nostra.

Sai, personalmente credo che sia sbagliato definirti un “cantautore”: tu sei ben altro! Sei come un fratello, un amico o, nel mio caso, un padre!

Pensa che ho iniziato ad ascoltarti quando avevo 9 anni! Le musicassette di “Va bene, Va bene così” e di “Canzoni per me” che mio papà teneva in auto mi avevano talmente colpito che decisi pian piano di venire in possesso di tutta la tua discografia e di tutto il materiale possibile ed immaginabile che si potesse avere!

Tutto ciò è fantastico: entri nella vita delle persone senza chiedere nulla in cambio. E se ad alcuni non piaci, te ne vai senza dire una parola. Quando, però, una persona ha deciso di seguirti, caro Vasco, è difficile poi che ti abbandoni più, sai? Diventi come un “diario” personale, intimo, necessario, sul quale puoi leggere o scrivere e al quale puoi confidare le cose più segrete, mettendo a nudo il tuo essere autentico.

Credo che quindi tu possa sentirti soddisfatto: la tua “missione”, che consisteva nell’entrare dei cuori delle persone, è riuscita alla grande.

La tua musica, le tue parole non hanno età… E forse è proprio questo il segreto di questi 60 anni sempre più Rock. Certo, ci vuole abilità…!

Altro che “alla frutta”: dai sempre l’impressione di essere ancora all’antipasto!

Tanti auguri, Vasco, e un forte abbraccio,

Daniele Abati
 
Tutte le news


 


Segui Vasco su: