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25 Marzo 2020
 

BUON COMPLEANNO, LIBERA!

Il 25 marzo 1995, da un’idea di don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele, si costituisce formalmente LIBERA, “cartello di associazioni contro le mafie”.


Vasco e Don Ciotti si conoscono a marzo del 2000 in occasione di quel famoso concerto organizzato da Dori Ghezzi in ricordo di Fabrizio De André. Quattro anni dopo a Torino, il 30 marzo del 2004, presso la sede del Gruppo Abele di Don Ciotti, Vasco decise di presentare il disco Buoni o Cattivi.
Quando chiesero a Vasco come mai avesse scelto quel luogo per presentare il suo lavoro, Vasco rispose:
“Mi dicono che sono un cattivo maestro. Ma io non sono proprio un maestro. Dirò di più: io sono la voce di chi non ha voce, per questo tante persone ascoltano la mia voce”.
Un prete spericolato con cui Vasco ha stretto amicizia, così come era accaduto con Don Gallo e la comunità San Benedetto al Porto di Genova.
Ci sono diversi modi per esprimere il proprio impegno sociale. Vasco ha scelto in primis le canzoni, nelle quali racconta come è la vita reale e, di conseguenza, la coerenza nella vita, l’aderenza totale a quello che “canta”.
Non a caso la sua amicizia con Pannella e le sue battaglie di civiltà e di accoglienza. Temi scottanti che riguardano l’etica (e non l’estetica) e di grande attualità ancora oggi. Cosa succede in città?..se lo chiedeva nel 1985: ”guarda qua quarda là che confusione..”
E poi il Don, Luigi Ciotti, l’amico prete con le sue battaglie spericolate, dal giusto approccio delle sue comunità aperte nel recupero dei tossicodipendenti, a Libera.
La pensano allo stesso modo i due, non ci sono buoni o cattivi, ma tutti abbiamo dentro un po’ questo e un po’ quello. 14 anni dopo, Vasco presenta l’amico don Luigi, protagonista del docu film Così in Terra, vi riproponiamo uno stralcio del testo di Vasco:

 

“La mia amicizia con Luigi, è nata nel segno di Fabrizio De André.
Il nostro simile carattere e approccio alla vita. L’impossibilità di essere “neutrali”, distaccati. Lo stupore, il dubbio, la necessità di capire, di sospendere il giudizio. La timidezza, il candore infantile.
Due vite “spericolate”, come sono fondo tutte le vite che si lasciano guidare dall’inquietudine, che si sentono più a casa nel cercare che nel trovare. E non c’è ricerca che non sia spericolata...
La sua predilezione per la diversità, per gli strambi, per i freaks, per i dimenticati, per i giudicati.
Il suo Vangelo dell’accoglienza incondizionata, la sua cura della terra in quanto tale, non come semplice prologo del Cielo. Il suo impegno perché anche qui ci sia giustizia.
Il suo non avere appartenenza e al tempo stesso averle tutte!
Il suo riconoscere Dio negli altri quasi al limite dell’eresia
Il suo essere profondamente anarchico, la sua folle convinzione che del potere possiamo fare a meno se impariamo tutti a riconoscerci come fragili, comuni mortali”. 
 
Vasco Rossi
 




 
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