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25 Settembre 2018
 

25 SETTEMBRE 2004 - GERMANETO DI CATANZARO LA WOODSTOCK DI VASCO


 

“Era da un po’ di tempo che volevo fare un regalo ai miei fans, ridare un po’ indietro di quello che loro mi danno. E fare un concerto gratuito. Poi farlo al Sud, perché il sud è a volte un luogo un po’ escluso dai circuiti dei grandi tour”.

Questa è l’idea di Vasco.

E questo fu quel che pensò il direttore di produzione quando vide il luogo stabilito per la location:
“Non c’era niente. Niente luce, una strada principale con un distributore a 900 m, della “gran campagna”, e questo pratone con tre colline in fondo”.

La grande scommessa era riuscire a dare vita a un evento partendo dal nulla, e con una sola strada a disposizione.
Arrivarono le ruspe a spianare la zona.
I camion con dentro il palco.
Gli stand di ristoro e le ambulanze.
Tutto venne montato come un’enorme scatola di costruzioni Lego.

L’unica incognita era quella del tempo: in un luogo spianato per consentire l’affluenza di pubblico, l’arrivo della pioggia avrebbe sicuramente lasciato la gente nel fango.
Ma le autorità del luogo a proposito erano state decise: “A Catanzaro non piove mai”.

Arrivò la gente.
Arrivò Vasco in elicottero.
E arrivò anche il diluvio.
E con lui il fango.

Dicevamo arrivò la gente, e fu incredibile vedere 400.000 persone che riempivano questo spazio immenso, e che poi rimanevano, a discapito della pioggia battente. Ragazzi radunati da tutta Italia sebbene Vasco arrivasse a Catanzaro dopo aver toccato tutto lo Stivale con 19 date del suo tour Buoni o Cattivi, partito il 5 giugno da Roma e conclusosi il 21 settembre a Bari.

A scaldare la serata I Meat for Dogs e Verdiana, gruppo e cantante locale, poi Simone, Irene Grandi, e Gli Articolo 31.

Finalmente…
(c’è gente che è là da tre giorni e/o ha fatto più di 1000 km per assistere a questo concerto)
“La storia si ripete, buoni o cattivi, giusto o sbagliato,
questo è l’inizio…” dice la voce di Diego Spagnoli, appena prima che partano le note di Cosa Vuoi da Me, con cui Vasco inizia il concerto.

A quel punto, e come al solito, è lui a scatenare l’apoteosi dal palco, dando vita a una serata magica, fangosa, e bagnatissima.
E la luccicanza dell’acqua scrosciante insieme all’energia di Vasco nelle sue due ore e passa di concerto, fa sí che poi i giornali, il giorno dopo, titolino:
“La Catanzaro di Vasco: Una Woodstock italiana”.

Sono passati 14 anni da quel 25 settembre 2004, e questo concerto resta giovane, mitico, e ancora irripetuto.

Chiara redazione web VR
 
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