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5 Aprile 2012
 

Questa metà del cielo non basta ad un'Anima Fragile

di Peppe Dimartino

Prima di conoscere la propria anima si vive più leggeri, ma solo perché si è più ignoranti. Più vuoti.
Poi impari a conoscerla, a sentirla. A dannarti l’Anima, insomma.
Anima Fragile. Ci nasci o ci diventi. Ma non puoi comprarla, al massimo regalarla!
Già alle prime tre note senti un brivido che ti percuote. Parte dalle gambe, senti la pelle d’oca nelle braccia. Si manifesta con gli occhi che si riempiono di lacrime e vorresti cominciare ad urlare. Ma non sempre puoi. Ma poi, urlare cosa? Dolore, gioia o rabbia?
E’ una canzone struggente, malinconica e incredibile, un inno alla vita!
Ricordo bene il primo disco in cui l’ho sentita: “Rock 1997”, avevo 15 anni. Quell’arrangiamento duro, sporco e crudo non ne mutava affatto il significato. Anzi, te lo imprimeva ancora di più, più forte!
Una canzone legata a tutto, ma anche a niente. La sento e….piango!
Come a Messina, il 07.07.2007. Tre giorni dopo mi sarei laureato. Ma per nessun motivo al mondo avrei perso la transenna di quel concerto.
Ed eccola lì, l’Anima Fragile. In ginocchio davanti a me, mi fissa negli occhi e allo stesso tempo le sue note riempiono lo stadio, fin oltre lo Stretto. Ho pianto come un bambino, colmo di dolore e gioia. E lui era li, di fronte a me.
Stamattina accendo il pc, ascolto Anima Fragile dell’Altra metà del Cielo. Dicono che sia un arrangiamento classico. No!
E’ Anima Fragile e basta. Dove una nota proveniente dal tasto di un pianoforte può colpire più duro di un assolo di chitarra.
 


 


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