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7 Aprile 2012
 

L’altra metà di te

di Chicca Molaioli

Albachiara ti entra dentro, ti scuote, ti tocca, ti invade.
Rimani li seduta su una sedia di velluto rosso senza parole. Senza riuscire a staccare gli occhi da quel palco.
Anima fragile ti spiazza. Ogni volta che l'ascolti è un brivido nuovo, qualcosa che non si può spiegare.
Devastante.
Vasco ha aggiunto un altro pezzo alla storia modellando capolavori rock su note classiche.
E' riuscito a far avvicinare al balletto i suoi giovani, quelli degli stadi, quelli di "siamo solo noi" che lo seguono da sempre.
Ha dimostrato che la musica rock non è poi cosi distante dalla musica classica anzi possono essere generi komplementari. La musica ti entra dentro, ti da quel brivido in più e il corpo traduce le sensazioni.

Non esistono classificazioni, le emozioni non puoi sempre catagolarle, le vivi e basta.
Non puoi fare paragoni. Non esistono sentimenti già vissuti ed uguali quando vivi Vasco.
Che sia un'orchesta o una chitarra, che salti a ritmo o balli sulle punte, che tu sia in uno stadio con 80mila persone o alla prima della Scala di Milano: Vasco arriva. Sempre.
L'emozione ti esplode dentro, ti invade l'anima.

E rimani cosi intontito a guardare qualche cosa che forse non potrai raccontare.

Il suo rock entra in punta di piedi alla Scala.
Lui abituato a sconvolgere entrandoti dentro come un pugno, adesso riesce a destabilizzare in punta dei piedi, senza far rumore.
Il mondo si ferma in quella fotografia perfetta. In quella rappresentazione della realtà cosi vera che solo un pittore di emozioni come Vasco poteva ritrarre.
L'altra metà del cielo.
L'altra metà di Vasco.
L'altra metà di te.
 


 


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