Utilizziamo cookie per assicurarti una migliore esperienza sul sito. Utilizziamo cookie di parti terze per inviarti messaggi promozionali personalizzati. Per maggiori informazioni sui cookie e sulla loro disabilitazione consulta la Cookie Policy. Se prosegui nella navigazione acconsenti all’utilizzo dei cookie.
 
 
25 Aprile 2013
 

Tesi di Laurea di Sara Ciaba

Una tesi per te, non te l’aspettavi… eh!

La mia tesi “Vasco Rossi, la gestione del mito” parla della musica come forma di comunicazione di grande impatto sociale, con riferimenti specifici alla storia di Vasco e al ruolo che ricopre l' ufficio stampa di un artista musicale, soprattutto quando si tratta di un personaggio di questo calibro. Insieme all’analisi dei testi di alcune canzoni, ho messo in luce anche il rapporto che si è creato tra i media e i fan e tra i fan stessi.
Vasco Rossi arriva al cuore della gente spogliandosi di ogni orgoglio, entrando nell’intimo con una sensibilità estrema, traducendo la sua vita in canzoni in modo semplice, intenso ed efficace. La sua grandissima capacità di sintesi gli conferisce una notevole forza comunicativa con cui affronta tematiche che rimandano a un vissuto tormentato, caratterizzato da eccessi, momenti di solitudine, delusioni, soddisfazioni e sensazioni forti.

Negli ultimi trent’anni ha travolto milioni di persone con un rock ironico e graffiante e con parole semplici e devastanti è riuscito a unire come nessun altro ha fatto.
E’ un provocautore che commuove e arriva dritto al cuore. In quegli occhi blu c'è un'Anima incredibilmente fragile e forte, c'è molto più di una persona, c'è la sua unicità che mi accompagna da anni.
E’ stato splendido laurearmi in Scienze della comunicazione con una tesi incentrata su di lui, grande comunicatore e complice di tutte queste favole.
Sara Toffee Ciaba

Sicuramente un personaggio come Vasco Rossi non è facile da gestire, considerando la molteplicità di fattori che compongono la sua storia e il suo mondo.
Non a caso è l’unico cantautore in Italia ad avere un ufficio stampa solo per lui: Tania Sachs.

Con grande piacere ho avuto modo di intervistarla.

INTERVISTA A TANIA SACHS

Com’è iniziata la sua collaborazione con Vasco Rossi?
« La mia collaborazione è iniziata a fine 1989, quando Vasco cercava un ufficio stampa “suo” personale. Io mi ero messa a lavorare in proprio da qualche anno, ero tra i primi ad aver aperto un ufficio “promozione e stampa” indipendente e avevo già i miei “clienti”. Vasco fu tra i primi cantanti a pensare di voler avere una sua comunicazione, omogenea e non appoggiata una volta alla casa discografica e una volta sul manager concerti. Vasco voleva unire la comunicazione e decidere lui di volta in volta che cosa comunicare quando e come. E’ un grande manager con grande senso della notizia, oltre a essere un grande artista. La prima comunicazione importante che ha avuto un peso secondo me è del ‘90: quando annunciai che Vasco diceva no ai Rolling Stones che quell’anno arrivavano in Italia come pure Madonna, ma non vendevano biglietti, mentre Vasco riempiva San Siro all’inverosimile. La notizia fece il giro dei giornali e da allora i giornali furono costretti a occuparsi dell’artista italiano che riempiva San Siro alla faccia degli stranieri che tanto andavano di moda (come ora..) tra i giornalisti. Era giugno/luglio 1990 e i giornali titolavano VASCO DICE NO AI ROLLING STONE; VASCO BATTE MADONNA; VASCO RIEMPIE SANSIRO. San Siro da allora è diventato “casa sua”, perché lui è stato il primo a riempirlo e a ribattezzarlo La Scala del Rock.»

Nel 1998 Vasco Rossi regista il primo record di pubblico nella prima edizione dell’Heineken Jammin’ Festival a Imola con 130.000 persone. In qualità di addetta stampa, quando si parla di così grandi cifre, in termini di organizzazione e comunicazione pre e post concerto, come ci si comporta?
« Intanto ti correggo, io non sono una addetta stampa ma un Ufficio stampa e comunicazione. Non so dirti se esitiamo come qualifica ufficiale ma secondo me la differenza c’è. Come l’ho sempre fatto e inteso, l’ufficio stampa si occupa dell’artista a 360 gradi: si occupa dell’immagine, decide situazioni fotografiche idonee al personaggio, elabora comunicati li scrive e li fa circolare per giornali radio televisione. Si occupa quindi anche della immagine televisiva (telegiornali ecc) e delle relazioni esterne del personaggio con il mondo dei media. Nel mio caso anche di comunicazione con i fan. Il tutto sempre diretta e organizzata da Vasco direttamente che mi dà le giuste indicazioni. Detto questo, seguire la comunicazione di una grande evento come l’Heineken o come un singolo concerto per me non fa differenza, sono occasioni in cui è necessario informare tutti di tutto. Non è mai stata sulle mie spalle l’organizzazione e la comunicazione di tutto il festival..No io mi sono sempre e solo occupata della comunicazione di Vasco, certo il motore dell’evento. Tieni conto che Vasco è sempre “motore” di eventi da almeno una ventina di anni. Come metodo di comunicazione io ho sempre usato la verità. Dall’organizzazione mi faccio dire quanti sono stati i paganti per poi comunicarlo a tutti. Il problema è casomai gestire “la comunicazione”. Oggi come oggi, anche a causa di internet, ogni cosa che dici viene interpretata come pare al giornalista, che la voglia strumentalizzare per fini politici e/o altro. Bisogna stare molto attenti a non farsi strumentalizzare e non è facile per niente. »

Vasco ha sempre avuto un ottimo rapporto con i suoi fan, tant’è che vi è una dimostrazione di affetto molto forte, morbosa, a tratti maniacale nei suoi confronti. Come riesce a gestire un pubblico così importante assetato di notizie? «E infatti mica si gestisce!! Abbiamo un Il Blasco fanclub, che non gestisco io per fortuna, che si occupa di relazionarsi con i fan iscritti. Io li conosco quasi tutti, li incontro ai raduni o ai concerti, li tratto normalmente, siamo ormai amici ci vediamo sempre sotto al palco. Per la veridicità delle notizie, io mi raccomando sempre di leggerle sul sito ufficiale www.vascorossi.net . Solo quando sono scritte lì sono Vere e Ufficiali. Tutto il resto è solo rumore di fondo che fa da cornice al mito. A volte bello, a volte soddisfacente a volte odioso insopportabile ingestibile.»

Quanto è tutelata la privacy di un personaggio così famoso con così tanto seguito? «Si cerca di fare del proprio meglio. Ovviamente ci riuscivamo meglio quando non c’era internet, leggermente invasivo da questo punto di vista, ma inevitabile. Bisogna farci i conti nel terzo millennio, a scapito della privacy. Devo dire che con Vasco siamo stati così fermi all’inizio nel non voler dare la vita privata alla stampa che ce l’abbiamo fatta per moltissimi anni, la sua privacy è stata più o meno rispettata. Non più ora per i motivi di cui sopra, ora faccio del mio meglio per difendere la sua privacy da troppa invasione.»

Che rapporto ha Vasco con i media? «Gli vogliono tutti bene perché è un grande e non ha mai risposte scontate. Ma è lo stesso un rapporto complicato, a volte critico. Vasco è molto difficile da interpretare. O meglio, secondo un giornalismo che forse non c’è più, le sue dichiarazioni dovrebbero essere rispettate per come le ha dette e invece, come accade a molti, vengono sistematicamente filtrate dal pensiero del giornalista..e quindi strumentalizzate. Può anche succedere che venga strumentalizzato in mala fede, per motivi politici dell’uno o dell’altro.»

Come seleziona le informazioni da dare ai media e come decide a chi dare una notizia in esclusiva? «Dipende dal momento e dal materiale. Se si tratta di un disco niente esclusive, non sarebbe giusto. Se Vasco fa qualcosa di nuovo la notizia deve essere di tutti, indistintamente perché non troverei giusto scegliere solo uno o qualcuno. Vasco è di tutti. Nel corso dell’anno possono esserci delle esclusive o anteprime sia sui giornali che ai telegiornali. Diciamo che in linea di massima privilegio il Tutti alle esclusive. Queste le uso per fatti di costume o di società. La decisione comunque se fare o non fare esclusive, dipende anche molto dal momento comunicativo: se la comunicazione è stata eccessiva, meglio tirarsi indietro e stare anche in silenzio. Un bel tacere nn guasta mai..ma bisogna capire il momento e quello ti viene con l’esperienza e la fantasia, la voglia di creatività.»

Ritiene sia una strategia vincente pubblicizzare la beneficenza? «In generale Vasco non ha mai amato pubblicizzare la beneficenza. La fa di tasca sua, come gli è sempre successi di dire, e non gli interessa farlo sapere al mondo. A volte è utile al beneficiato e gliela si lascia fare. A volte è utile farlo spere come nel caso del pulmino per la scuola dei ragazzi di Finale Emilia, perché fa piacere al paese. In generale, ribadisco che Vasco preferisce non sbandierare la beneficenza che fa.»

Quando è il caso di rilasciare un’intervista, un annuncio importante, una presa di posizione, un tema "caldo" e quando invece è necessario il silenzio stampa? «Il clamore con interviste, radio e tv e siti..lo si fa quando viene pubblicato qualcosa di nuovo, disco libro dvd concerti Poi è meglio stare zitti finché non si ha qualcosa di vero da dire.»

E’ importante creare il giusto clima di attesa tra il pubblico?
« Certamente. Soprattutto tra il pubblico dei fan, si crea un clima di attesa e euforia che fa bene al cuore di tutti.»

Come gestisce le domande "ostili" e le notizie difficili?
«Con smentite. Le ignoro. Con insulti. Dipende dal grado di difficoltà e ostilità. Non sono una che ama la lite ma quando ci vuole..cerco di non perdere la testa e di agire pesantemente. Con alterni risultati evidentemente. A volte vinco io a volte loro ..i malintenzionati. A dire il vero, alla fine sono i fatti che smentiscono le ostilità o le malelingue I fatti e non le parole, il proverbio è giusto!»

Può succedere che la stampa riporti informazioni inesatte o peggio ancora che ledono l’immagine di una persona. Come ci si comporta in questi casi? «Errori tanti certamente. Errori in malafede anche lo abbiamo detto. Se mi accorgo che c’è buonafede telefono o scrivo per far correggere o rettificare ( e 90 su 100 me lo concedono) Se invece c’è motivo per parlare di lesa immagine allora mi rivolgo all’avvocato per querela. Un’arma che serve solo a “spaventare” verbalmente, i processi sono cosi lunghi in Italia che ora che vinciamo una causa passano cosi tanti anni che ci siamo anche dimenticati del perché l’avevamo fatta. In Italia la materia è molto delicata e non esiste una vera legislazione che difenda dalle offese gratuite, è molto difficile anche individuare i termini per una querela e spesso nn vale la pena, Il vecchio adagio “non ti curar di loro ma guarda e passa” del buon Dante mi sembra l’unico modo per non “sporcarsi”.»

Da quando Vasco si è autodefinito “Social Rocker”, postando clippini, note e commenti su facebook, interagendo sul web liberamente, il suo lavoro di monitoraggio è diventato più arduo? E’ compito dell’Ufficio stampa avere sotto controllo qualsiasi tipo di informazione relativa all’artista?

«Da quando esistono i siti, i blog, Facebook… da quando esiste internet è diventato più complicato e difficile. Ma è una strada obbligata, non c’è verso è la modernità, ha i suoi lati negativi ma anche quelli positivi. La velocità è un’ottima cosa anche se può diventare nemica. Bisogna fare i conti con tutto e tutti, anche con il maltempo con le elezioni. Tutto bisogna guardare come e forse più che in altri lavori. C’è molto stress, molta ansia ci sono giornate e notti intere che si passano a lavorare e spesso (anzi sempre) non ci sono sabati e domeniche, non c’è 15 agosto. C’è sempre chi può disturbarti per qualche cosa, i media non vanno mai in vacanza, quindi è un lavoro che prende anche la vita privata, bisogna aspettarselo. E’ compito di un ufficio stampa tenere a bada tutte le notizie che riguardano l’artista ma sia chiaro, non sempre ci si riesce.»

 
Tutte le tesi


 


Segui Vasco su: