1 Dicembre 2008
Spazio Komandante - 1 Dicembre 2008
Inter...vista VASCO ROSSI
1. Dove e come nasce la tua passione per l’Inter?
Da piccolo mi piaceva la combinazione di colori nero e azzurro.
2. Chi era la tua figurina? Cioè, da ragazzino, se ce l’avevi, chi era il
tuo idolo?
Non sono mai stato un vero sportivo. Fino a pochi anni fa non seguivo nemmeno il calcio.
3. Che sportivo di oggi o di ieri canteresti? Insomma, chi ci starebbe
bene dentro una tua canzone?
Direi che Ibra”cadabra”Imovic ci starebbe benissimo.
4. L’amicizia con Valentino Rossi. Cosa ti piace di lui? Cosa gli invidi?
Gli invidio l’età e l’equilibrio che ha.
A parte gli scherzi Valentino è un vero eroe moderno,
Un Higtlander. Lui non corre solo per passione o per vincere, lui corre per essere IL MIGLIORE.
Tra l’altro è un ragazzo simpatico e molto intelligente.
5. Il tuo team motociclistico: che soddisfazione è stata lavorarci,
esserci dentro, e poi pure vincere?
Direi che è stato uno sballo. Frequentare quell’ambiente così eccitante, girare il mondo seguendo le corse è stato una esperienza straordinaria. Vincere poi il mondiale, merito di naturalmente di Locatelli soprattutto e di Caponera che da qui voglio salutare perché non li vedo da tempo, è stato un vero trionfo.
6. Quante volte ti addormenti guardando la F1?
Spesso.
7. Quando hai cominciato lavoravi in radio, facevi il dj: ti è mai
capitato di raccontare, magari per sbaglio, qualche evento sportivo?
No. Allora gli unici miei interessi erano la musica e… la femmina.
8. Sabato sera si gioca Inter-Juve, hai un ricordo legato a questa partita?
Ho visto la partita e devo dire che da interista sono rimasto impressionato e sono ancora esaltato per il gesto atletico di Muntari.
9. Perché quando canti tu gli stadi si riempiono e la gente canta felice,
e invece quando c’è una partita va a finire che si menano?
Perché li ci sono due tifoserie che si scontrano. Ai miei concerti la “fede” è una sola. Una partita di calcio è la sublimazione della guerra mentre un concerto è un rito di pace, di comunione e perché no, liberazione!
10. Dove è nata la passione per le Harley Davidson?
Dalle Harley Davidson stesse. Esse Sono un concetto diverso di andare in moto. Con l’Harley si va in giro a passeggio…al trotto come a cavallo. Non si corre a perdifiato dentro le curve di una strada di montagna come si fa con le altre moto da strada.
11. Le macchine, le moto, e prima magari - dico da bambino - la bici, e
quindi la velocità. Quale è la tua canzone più veloce? Dico quella che ti
ha dà - quando la canti - lo stesso brivido?
Vado al massimo??..no ogni canzone mi dà un brivido diverso. Nessuno legata alla velocità.
12. La tua Svizzera dell’ultimo album e la Svizzera verde di De Andrè: che
posti sono? Hanno qualcosa in comune?
Certo. È lo stereotipo che abbiamo noi italiani della svizzera come terra della tranquillità. Della sicurezza, della serenità, fosse anche solo bancaria o fiscale. Quel paradiso in terra. Quella sorta di terra promessa, quasi una meta ambita da tanti, nei sogni nazionalpopolari. È la svizzera verde…quella di cui non ci frega più niente a noi che non c’è più topo gigio….
13. Che fine ha fatto quella generazione di sconvolti che non ha più santi
nè eroi? Qualcuno è diventato santo o eroe sul serio?
Santo nessuno. Molti Eroi.
14. Trovo che le tue canzoni siano dolci e feroci allo stesso tempo. Ma
trovo soprattutto che in tutte ci sia un vento di ironia che le
attraversa. Dove la trovi, tu, l’ironia?
La cerco, la coltivo. L’ironia, insieme alle illusioni e ai sogni, è l’unica difesa che abbiamo contro la realtà.
15. Hai cantato cover di Battisti (La compagnia), De Gregori (Generale),
De Andrè (Amico fragile): c’è una canzone scritta da altri che ti
piacerebbe cantare?
Tante. ma la prossima non te la dico.
16. Io penso che la più bella canzone italiana sia «Azzurro». La più
canzone di tutte. Comunque: se non sbaglio, ma correggimi se dico una
cazzata, tu una volta hai detto che ti piaceva da matti il verso di
«Bartali» che fa: «...Le donne a volte sono scontrose, o forse han voglia
di far la pipì/E tramonta questo giorno in arancione e si gonfia di
ricordi che non sai». E’ vero, o no? E comunque la domanda è: quale è la
canzone scritta da altri che non ti stanchi mai di ascoltare?
È difficile che mi stanchi di ascoltare una bella canzone.
Sono tante. Queste due ad esempio che hai citato.
Sono tutte e due capolavori di Paolo Conte il più elegante e geniale cantautore italiano.
17. Quale è la tua America? Mi dai un’immagine?
Non è l’america reale. È una città dove perdermi…dove girare per le strade senza sapere dove sono per capire chi sono.
18. Come fai a captare perfettamente l’umore dei tempi, il sentimento
della gente, pur facendo - così mi pare - vita ritirata? Adesso che ci
penso: forse è proprio per questo, perché te ne stai per i fatti tuoi e
riesci a depurare tutto quello che è inutile? O sbaglio?
Questione di feeling. vivo ritirato, si, ma sono perfettamente cosciente del mondo in cui vivo e forse si, questo distacco mi permette di vederlo meglio.
19. Quanto pudore c’è nel sapere che una tua canzone (idee, sentimenti,
storie, cuore) poi diventerà di tutti?
Un artista non deve avere pudore. Altrimenti non è un artista.
Devi essere veramente spudorato per cantare le tue emozioni. Aristotele diceva che “un uomo può cantare solo se è ubriaco.”
20. Quale è la cosa più bella che ti ha detto un tuo fan?
Grazie di esistere.
21. Sei l’esempio vivente che si può essere maestri di vita senza volerlo.
Ok, capisco che non ci tieni, ma è un dato di fatto e uno alla fine dovrà
accettarlo, credo. Beh, come la vivi questa cosa?
Non è che non ci tengo è che non lo sono. Non sono certo un esempio da seguire, Io sono un caso molto particolare.
Come si dice in tivu: un esperimento da non ripetere a casa.
Non sono un maestro di vita. La racconto semplicemente. Parlo di emozioni e sentimenti che spesso non si confesserebbero nemmeno a un amico.
Ma sono veri e profondi. E soprattutto sono quelli che provano tutti.
Tutto qua.
Sono una espressione non una guida.
Quelli che si riconoscono nelle mie canzoni sono già così, non lo diventano.