20 Novembre 2021
SIAMO QUI
Sono state dette e scritte talmente tante cose belle e vere su "Siamo Qui" che questo mio pensiero potrà forse risultare superfluo... ma, approfittando di questo spazio, ci tenevo comunque ad esprimere anch'io le mie sensazioni dopo alcuni giorni di ascolto pressoché continuativo.
"Siamo Qui", per me, è principalmente un "inno alle possibilità", un delicato quanto irrinunciabile invito a ricordarci che noi (tutti) siamo gli unici veri artefici della nostra vita, che possiamo davvero decidere ogni volta che strada intraprendere e che, sopratutto, possiamo farlo senza paura... perché in fondo, in qualsiasi situazione ci si possa trovare, avremo sempre e comunque almeno due possibilità: restare o andarcene, andare avanti col sorriso oppure, se non ci sentiamo abbastanza sicuri, fare un passo indietro. E sì, anche tra le lacrime, perché no? Anche un "no", anche un'impossibilità è, in fin dei conti, una buona possibilità: per fare un punto della situazione, capire meglio cosa e come possiamo cambiare, migliorare noi e, di conseguenza, anche chi ci è più vicino (o almeno provarci), per poi ripartire più consapevoli. C'è sempre una via d'uscita e tutti possiamo davvero "ritornare sani e salvi, senza complicazioni". Io, a volte, mi dico che "la porta è sempre da quella parte"... e questo mi rassicura perché mi riporta al centro, a quella che splendidamente Vasco, durante l'intervista a RTL, definisce la nostra "comfort zone"... il nostro "enso" da cui ripartire verso la "strada che porta fortuna".
Ma "Siamo Qui" non è solo lo spessore del messaggio che lancia... è anche il "come" lo lancia... ed io, da musicista mancata (ma fortunatamente dotata di un buon orecchio), non ho potuto fare a meno di notare tante preziose sfumature... c'è innanzitutto l'eterea ed avvolgente atmosfera che è in grado di creare, grazie alla purezza cristallina dei suoni, alle deliziose sonorità acustiche in 3/4 che mi hanno tanto ricordato i migliori R.E.M. (quelli di Automatic for the People, per intenderci) come anche i Pearl Jam più intimisti, a quel basso che entra alla fine della prima strofa e... non esce più dal tuo cuore, al ruggito della chitarra ad amplificare il grido di Vasco in cerca di una risposta, a quei vigorosi colpi di batteria che fin dal primo ascolto mi hanno rimbombato dentro come tanti piccoli pugni allo stomaco... tutti andati a segno, tutti necessari. E poi gli arrangiamenti, splendidi come sempre, e l'assolo di pianoforte a dir poco commovente. E infine (si fa per dire) Lei, la Voce. La Voce di Vasco, più bella e possente che mai. Ci sono dettagli solo apparentemente secondari... come quel "ti vuoi proteggereee" a metà brano, che si allunga fino a toglierti il fiato per poi salire di tonalità come a voler spiccare il volo verso non si sa dove... o ancora il suo scandire determinate parole, come a volerne sottolineare l'importanza ("quello che HAI"... "o ti PREOCCUPI"...).
Tutto in "Siamo Qui" canta e suona meravigliosamente... tutto quadra.
Anzi no, "tutto cerchia"!
Sì, perché siamo tutti stufi di forme quadrate, di spazi ristretti, di angoli e spigoli, delle "quattro mura" dentro cui siamo dovuti restare per troppo tempo... abbiamo un disperato bisogno di svoltare, di percorrere strade curve e panoramiche, di respirare spazi aperti, di tornare a urlare musica.
Abbiamo bisogno di restituire i testi di "Siamo Qui" al luogo dove Vasco li ha scritti: nell'aria! Dai nostri polmoni fin su ai cieli di tutta Italia, in un'estate 2022 che sarà indimenticabile.
Grazie Vasco, per tutto questo e per tutto ciò che sarà. E grazie a tutti voi per la pazienza nel leggere fin qui!
Tiziana
@vascoltatrice
Tutte le news