8 Marzo 2013
L'UOMO PIU' SEMPLICE!
di Arcangelo Ark Tangorra
L'UOMO PIU' SEMPLICE!
(di Arcangelo Ark Tangorra)
E' strana, via Emilia Levante, con la pioggia. E' strano il numero 41, con poco più di trenta
persone che sostano lì davanti, ridono e scherzano tra di loro. E' strana,
quasi surreale, quell'emozione che corre libera da occhi ad altri occhi senza
possibilità d'interruzione.
Ed è un'emozione densa, che si può toccare, sì, però con le dita dell'anima.
Sembra l'attesa prima dell'apertura dei cancelli. Ma qui i cancelli sono una semplice porta di
vetro a specchio, e non c'è da fare nessuna corsa per guadagnarsi la transenna.
Perché la transenna non c'è.
Oltre la porta di vetro c'è una sala che profuma di musica. Lasci il giubbotto
all'attaccapanni, la borsa da viaggio per terra, sali tre gradini e ti siedi di
fronte a una scrivania in vetro, messa su un piano appena rialzato. Dietro la
scrivania una poltrona, ancora vuota, sembra guardarti con l'aria di chi la sa
lunga, e tu pensi che stia per dirti "adesso tocca a te!".
Arriva la Tania Sachs e prende la parola. Ride e scherza con i fans, contribuendo ad
alleggerire un'atmosfera carica di aspettative, e lo fa così bene che, dopo
poco, ti rendi conto che ti sei rilassato, giusto in tempo per il lancio del
video completo, e in esclusiva assoluta, de "L'Uomo più semplice".
Ti aspetti "qualcosa d'ascolto", e invece la musica parte a volume energico, e
cominci a godere. Perché, se non è alta, non è musica. Comincia la prima strofa
e cominci a cantare. Piano, per non disturbare... Canta anche il tuo vicino. E
il vicino del tuo vicino. E il brusio diventa voce, e la voce coro.
Dritto al cuore, senza ostacoli. Lì ci sono poco più di trenta persone e poco più di trenta
storie, tutte diverse e tutte uguali.
Riprende la parola Tania, due battute, e parte un applauso forte. Più forte. Troppo forte.
Tutti in piedi ad applaudire. E' arrivato l'uomo più semplice che c'è. E' arrivato Vasco, la
persona e il personaggio che disegna i punti di contatto di quel legame tra
tanti mondi così lontani eppure, oggi, tutti uniti qui, nel nome del Rocker di
Zocca.
E' in forma più che mai, viso disteso, sorridente, occhi azzurri che non riescono quasi a
reggere l'emozione.
La sua per noi.
Per noi che siamo lì, per lui, e che non abbiamo nessuna voglia di urlare, gridare né
saltare. Forse, solo di lasciar scappare una piccola, dispettosa lacrima che
proprio non riesce a restare al suo posto.
Lo vedi, e lo dice. E' emozionato. E' imbarazzato. Ha preparato qualche appunto. Un discorso.
Non vuole perdere il filo. Fa di tutto perché non succeda. Però alla fine quasi
accade, inevitabile, nell'excursus che dipinge, da vero artista, andando a
legare i poeti del nostro trascorso letterario fino a giungere ai grandi cantautori
della musica italiana. Cita Leopardi, Ungaretti, recita parti intere di poesie
classiche, attraversa Freud con l'ironia che gli è caratteristica, rivisita
Battisti, Fortis, De Gregori, Mogol, Jannacci.
Si ferma. Fa una pausa. E riparte il video de "L'Uomo più semplice".
Torna che stiamo ancora cantando. Nessuno si scompone. Tutti bellissimi, ordinati e felici sulle
loro sedie, finalmente al dialogo con quello che appare come un vecchio amico.
Perché quell'uomo più semplice è proprio questo: un vecchio amico che ti ha
accompagnato, con la sua musica, per tutta la tua vita.
E' il momento di raccontare di più. Passando attraverso episodi della sua carriera, arriva a
spiegare la sua musica, le sue canzoni, i suoi testi.
Dichiara la sintesi. Illustra come vomita le strofe, una dietro l'altra, mentre scrive.
Lasciando uscire anche quelle inutili o brutte, per toglierle di mezzo e
lasciar passare quelle più giuste, quelle più adatte, quelle migliori. E il suo
ultimo singolo viene sciorinato strofa per strofa, attimo per attimo, respiro
per respiro.
E' uno spettacolo artistico nell'involucro di uno spettacolo umano.
Uno spettacolo semplice, essenziale. Il semplice spettacolo dell'uomo più semplice che c'è.
E' finita qui?
No
Vasco Rossi si concede ai fans. Si possono fare delle domande, come fosse una conferenza
stampa, e i fans, superando l'emozione che non accenna a scendere, riescono a
guardarlo negli occhi e a chiedere quella cosa che, magari, è da tutta la vita
che desiderano sapere.
Una volta è una curiosità, un'altra un parallelo tra due canzoni, un'altra scivola appena nel
personale.
E lui risponde a tutti. Sorridendo. Ammiccando. Scherzando. Senza mai tirarsi indietro.
Poi va oltre.
Uno per uno, si scivola davanti alla scrivania in vetro. Un autografo, due parole personali,
una stretta di mano. Tutto ripreso dal cameraman e dal reporter ufficiale.
Tutto documentato. Tutto diventa cimelio. Anche l'emozione, che resterà
indelebile addosso e dentro ognuno dei presenti.
Vasco si alza.
E' la fine di un incontro durato più di due ore.
Resta il tempo per una foto di gruppo, l'ultima stretta di mano, che solleva il cappuccio
della sua felpa rock col teschio piratesco disegnato sulla schiena e se ne va.
Salutando.
I fans sono ancora attoniti, storditi. Nessuno si aspettava tanto, nessuno osava sognare
tanto e nessuno avrebbe potuto mai immaginare qualcosa più di questo.
Giusto il tempo per l'aperitivo, allestito da una Redazione scrupolosa e precisa, che si è di
nuovo in strada, con la porta di vetro che si chiude sugli occhi lucidi di
felicità di Daniela, Lisa e Luigi.
La festa è riuscita. Avanti i prossimi.
Arcangelo Ark Tangorra.
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